La Lanterna-7 febbraio 2022
Un lungo applauso è quello che si è alzato dal Parlamento italiano a conclusione del discorso del neo eletto Presidente della Repubblica Italiana Sergio Mattarella, un applauso che ha interrotto, precedentemente, il discorso di insediamento per ben 55 volte. Parole importanti quelle pronunciate dal Nostro Presidente rieletto per la seconda volta, messaggi su temi fondamentali per la società di questa nostra nazione come energia, diritti, povertà, riforme, giustizia, dignità e partecipazione.
Molti hanno pensato ad un messaggio rivolto alla nazione, la forza che il neo Presidente ha dato al suo messaggio fa ritenere che in quel momento la voce fosse del Rappresentante del Popolo Italiano e che la platea presente fosse il vero destinatario della comunicazione.
Non un pubblico a caso, non un destinatario diffuso ma sempre lo stesso, quello che continua a dare prova di incompetenza, incapacità di distaccarsi dalla strumentalità della cosiddetta “azione politica” che ogni gruppo politico riesce a produrre.
Ormai sono anni che la politica si dimostra incapace di scegliere, perché ogni scelta comporta creare degli scontenti dal punto di vista elettorale, perché ogni scelta penalizza una categoria e cosi per non penalizzare nessuna categoria si sceglie di penalizzare tutta la nazione con uno stallo che si ripercuote non solo sull’incapacità di eleggere un nuovo Presidente della Repubblica ma anche nel compito più importante che spetta alla politica, governare il nostro Paese.
Mancano programmi che possano cambiare il futuro della nazione, il PNNR era l’occasione giusta per invertire la tendenza, ma il prodotto di quell’azione strumentalizzante, descritta precedentemente, sta snaturando sempre più il progetto per renderlo sempre più simile a tutte le decisioni prese negli ultimi anni, ovvero vuoto. La politica è fatta di progetti di corto, medio e lungo periodo, in questo momento la politica sembra non riuscire a vedere oltre il proprio mandato elettorale. Purtroppo nessuna ipotesi di cambiamento serio può riguardare un periodo così breve come quello di un qualsiasi mandato elettorale e sarebbe necessario che i progetti fossero frutto di un confronto fra maggioranza ed opposizione a tutti i livelli. È evidente che la maggioranza debba dare la propria impronta ma non può essere lasciato ad una competizione inconcludente fra le forze politiche il destino di una nazione o regione o provincia o comune od anche municipio e se vogliamo la stessa metodologia ha contagiato anche le aziende ed anche le associazioni bocciofile.
La base di partenza per la vita nella nostra società è la necessità che il lavoro ritorni ad essere un “diritto” e non una roulette russa in cui solo qualcuno riesce a sopravvivere, in tutti i sensi purtroppo.
Certo che se si continua ad eliminare figure professionali (e non perché non siano più necessarie), se continuiamo a considerare tutto superfluo, accessorio, l’impoverimento che ne consegue non è solo in termini economici ma soprattutto culturali.
La sicurezza sul lavoro, un mondo più aperto che non senta la necessità di togliere gli ostacoli per i portatori di handicap, ma perché siamo tutti diversamente abili e perché è più bello per tutti vivere senza ostacoli, la violenza contro le donne, il razzismo, il bullismo, non sono temi che si risolvono solo con delle leggi diverse, tutto questo si combatte solo con una cultura diversa, ed affinché questo possa avvenire c’è bisogno di una politica differente , una politica che faccia riferimento ad un sistema valoriale che metta al centro la persona e che faccia della solidarietà e del rispetto gli elementi imprescindibili.
La classe politica ha la responsabilità di restituire alle persone una nazione in cui sia più facile vivere, lavorare, invecchiare, una nazione in cui le leggi siano leggibili e comprensibili, in cui il miglioramento delle condizioni di vita di tutti i cittadini sia il manifesto elettorale dei partiti politici e diventi il Mantra delle nostre Istituzioni.
La speranza siamo noi. (David Sassoli)