Quel due agosto 2020 a ogni genoano si sono inumiditi gli occhi, ne sono certa.
Di motivi per versare qualche lacrima ce ne sarebbero stati tanti: l’ennesima salvezza strappata con i denti all’ultima giornata, la fine di un campionato che si era rivelato un’altalena emotiva defatigante, un rotondo 3-0 che dopo la ripresa post lockdown sembrava inimmaginabile, per non parlare del silenzio spettrale del Ferraris e della parata dei ragazzi sotto la Nord deserta.
Ad aumentare il pathos di quella partita, però, ci ha pensato un oggetto comunissimo: una maglia.
Ce ne sono a decine su ogni campo di calcio, vero? Ma in quel caso si trattava di una maglia alquanto particolare.
Subito in molti non ce ne siamo accorti. In quanti avremo pensato che i ragazzi avessero esagerato con le loro dimostrazioni di entusiasmo quando abbiamo visto Mister Nicola semi spogliato? Poi l’occhio è caduto sulla maglietta che si è rivelata dopo quella che ci era sembrata una maniera originale di festeggiare. E abbiamo capito.
Vi era stampata la foto di un Davide Nicola in rossoblù, con vent’anni e un universo di sofferenza in meno sulle spalle, intento a mostrare alla Nord un bambino di pochi mesi.
L’istintiva commozione è arrivata ancor prima di realizzare che il bimbo immortalato era Alessandro, il figlio del Mister, scomparso a quattordici anni a causa di un incidente stradale avvenuto poche settimane dopo una delle leggendarie salvezze che portano la firma del padre.