Quello che sta succedendo in questo periodo è allucinante, anche una cosa terribile e tremendamente seria come la guerra viene spettacolarizzata e portata in televisione come se fosse uno dei tanti show da trasmettere senza alcuna attenzione. Non tanto per le immagini che vengono filtrate, quanto per il fatto che viene permesso a tutti, politici, giornalisti, attori, insomma proprio tutti, di parlare di guerra, senza avere alcuna cognizione dell’importanza del tema trattato.
Le guerre, come quella in Ucraina, sono tematiche serie, che andrebbero trattate con attenzione, con conoscenza dei paesi coinvolti, dei relativi usi, costumi, storia e cultura dei paesi e dei popoli implicati. Ecco credo che questa sia la dotazione minima necessaria per avvicinare un problema complesso e delicato come quello che riguarda una guerra.
Ma non basta, chi si avvicina a certi temi dovrebbe anche avere la delicatezza per capire che in questa analisi sono coinvolte le persone e che il punto di vista per arrivare alla comprensione non può essere il punto di vista proprio adattato ad ogni situazione.
Non è il tempo degli opinionisti improvvisati che nel tempo libero dai vari “Grandi Fratelli” parlano di guerra; sarebbe invece il tempo di persone che abbiano conoscenza delle situazioni e che con onesta aiutino gli altri ad analizzare le ragioni di un conflitto che, per come sta avvenendo, sembra disegnato nel 1800.
L’analisi del contesto, come dice qualcuno, può essere complessa, ma qualsiasi analisi non può prescindere dal fatto che esiste un Paese attaccante che è entrato nel territorio di un altro Stato sovrano (anche il Donbass e la Crimea sono territorio Ucraino) e sta uccidendo la popolazione e radendo al suolo le città per intero.
In questo momento l’informazione è completamente concentrata, come è giusto che sia, sull’evento bellico, ma trascura completamente tutto il resto. Trascura, ad esempio, argomenti di grandissima importanza per la collettività come le leggi in discussione, come gli enormi effetti che l’attuale situazione bellica sta provocando alla vita delle persone di tutto il mondo e dà invece pochissimo spazio ad una pandemia che ha condizionato pesantemente la vita delle nostre collettività negli ultimi due anni e ci ha segnato indelebilmente, e fatto perdere una quantità incredibile di amici, parenti, conoscenti e persone amate, amate nello stesso modo in cui ora amiamo quelle persone, nostri fratelli , che stanno scappando da situazioni terribili.
Sembra insomma che l’informazione si uniformi e si totalizzi su singoli argomenti trascurando tutto il resto. È evidente che ognuno di noi in questo momento voglia avere le informazioni sulla situazione della guerra, ma abbia anche la necessità di conoscere tutto il resto, perché per affrontare una situazione terribile come quella che stiamo vivendo è necessario avere la coscienza di quanto abbiamo intorno ed essere consapevoli che anche con questo ci dobbiamo misurare.
In questa situazione c’è bisogno di iniziare ad uscire da una logica emergenziale perché l’orrore di quello che stiamo vivendo è qualcosa che produrrà i suoi effetti sull’Europa per molto tempo, è quindi necessario che la nostra accoglienza divenga strutturale e non rimanga circoscritta a questo momento di emozione generale.
Marco Maltesu
Direttore di redazione ilponentino.it
LA LANTERNA – Rubrica a cura di Marco Maltesu
direttore de il PONENTINO
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