Pegli. La memoria e il decoro (che non c’è) dell’ultimo ormeggio
ATTENZIONE E RISPETTO, QUESTO È QUANTO RICHIEDEREBBE CIÒ CHE TESTIMONIA LA STORIA DEL RAPPORTO DI FRATELLANZA FRA LE COMUNITÀ TABARCHINE. RIPERCORRIAMO LA STORIA DELLA TARGA CELEBRATIVA POSTA IN PROSSIMITÀ DELL’HOTEL MÉDITERRANÉE
La Nostra famosa e preziosa targa celebrativa della partenza dei coloni liguri per Tabarca, si trova in condizioni indecorose dove è stata posizionata, nel 1991, in occasione della prima giornata storica pegliese, sul Lungomare dì Pegli, proprio sotto l’entrata dell’Hotel Méditerranée.
La sporcizia, tralasciando a cosa sia dovuta perché è davvero assurda la mancanza dì rispetto dei proprietari dei cani che consentono una tale indecenza, ed il deterioramento, stanno lentamente cancellando ciò che è memoria storica ed una grande testimonianza di rapporti fra comunità. Tra l’indifferenza di chi vi passa accanto, in grandissima parte ignari di ciò che rappresenta. la targa è lì dal 1991, anno della sua posa, quasi come se fosse l’ultimo baluardo, a raccontarci di altri tempi, relativamente vicini, quelle della sua inaugurazione, e lontani, Quelli del 1541 (anche se in realtà si trattava del 1542). Sotto di lei un anello di ferro, eroso e “vittima”, appunto,di attenzioni non propriamente indice di civiltà.
La gomena sciolse dal salso anello il marinar. Ancor il fratello l’ancora divelse dei Lomellini il barco, onde dei Pegliesi l’arca, sull’isola di Tabarca
(Mario Emanuelli)
E’ l’ultimo ormeggio dal quale mollarono le cime le genti dì Pegli che andavano verso una nuova vita, fatta di speranza ed incertezze. Persone che hanno conosciuto fatiche inenarrabili, dolori, schiavitù. Persone la cui memoria andrebbe trattata in ben altro modo, cosi come quell’anello, cosi come quella targa, cosi come quella scritta, così come quelle parole. Sperando che siano quanto prima ripristinate le condizioni dì rispetto del sito e della targa e vengano inoltre messe in atto delle misure di tutela degli stessi. Perché un popolo senza memoria e rispetto del proprio passato non ha speranze per il proprio futuro .
Redazione Il PONENTINO
Abbiamo chiesto a un amico di Pegli e del PONENTINO, Remigio Scopelliti, presente a Pegli nel 1991 con la delegazione di Calasetta, di raccontarci l'occasione e il momento della posa della targa.
Ricordo di un evento
(Remigio Scopelliti)
Aveva ragione Guglielmo Salvi: “Pegli non ha bisogno di esagerazioni e di bugie da aggiungere alla propria storia perché l’ha gloriosa in ogni sua parte”(1). Ma non v’è dubbio che l’epopea del popolo tabarchino contribuisce a rendere ancora più gloriosa quella storia.
Benchè a Tabarca giunsero Liguri da entrambe le riviere, Tito Bruna, segretario comunale, nel 1899 poté appurare che la maggior parte dei cognomi tabarchini era indubbiamente di origine pegliese (2). Risulta pertanto indissolubile il legame tra Pegliesi e Tabarchini.
Mentre i contatti tra Pegli e Carloforte furono ripresi e consolidati molti anni orsono (3), quelli tra Pegli e Calasetta risultano essere più recenti. Grazie all’intervento dell’indimenticabile amico pegliese Carletto Currone, a “scoprire” Calasetta nel 1982 fu la comunità parrocchiale pegiña guidata dal compianto parroco don Giuseppe Ravaschio, che si rammaricò di non averne avuto notizia prima (4). Nel 1989 fu la volta dell’Associazione Rinascita di Pegli, che ne pubblicò notizia con un articolo intitolato I Pegliesi di Calasetta in A Compagna, il bollettino dell’omonima Associazione Culturale Genovese (5).
Nel 1990, lo storico Mario Emanuelli in una conferenza organizzata dalla suddetta associazione culturale pegliese nel salone dell’Hotel Méditerranée, già palazzo dei Lomellini, dopo aver individuato, in base alle sue ricerche, il 1541 come data della partenza dei primi Pegliesi alla volta di Tabarca, propose l’istituzione di una giornata storica che nel 1991 ne celebrasse il 450° anniversario. Suggeriva inoltre che in tale circostanza, presso la scalinata di quello stesso hotel, “interprete principale della storia di Pegli”, sopra il già esistente “grosso anello antico, il quale avrebbe tenuta stretta la gomena di quei barchi all’ormeggio”, venisse collocata una lapide a ricordo perenne di quell’evento (6).
In realtà non è facile stabilire con certezza quando i Pegliesi si trasferirono in pianta stabile a Tabarca, perché sembra che all’inizio di quell’impresa l’attività di pesca del corallo in acque tabarchine fosse praticata solo stagionalmente da equipaggi che poi tornavano in patria. È certo però che dopo il 1540 la presenza dei Liguri a Tabarca andò sempre più affermandosi.
La proposta di Emanuelli fu accolta con entusiasmo e il 28 settembre del 1991 l’Associazione Rinascita di Pegli col patrocinio del Consiglio di Circoscrizione realizzò la prima giornata storica pegliese (7). Ospiti d’onore invitati dal presidente Ing. Roberto Gentilucci furono il sindaco di Carloforte Serafino Damico, accompagnato dall’assessore Giacomo Damele e dal V.U. Maurizio Aste, e il sindaco di Calasetta Adriano Aversano, accompagnato dal vicesindaco Luigi Rivano, dai VV.UU. Lorenzo Leone e Tino Porseo, e dal presidente del Circolo Culturale Maccari Remigio Scopelliti.
Al mattino gli organizzatori, le autorità e gli invitati si diedero convegno presso l’Oratorio di San Martino. Erano presenti fra gli altri il Presidente del Consiglio di Circoscrizione di Pegli Mario Oberto, il Dott. Enrico Carbone, presidente della Consulta Ligure delle Associazioni per la Cultura, le Arti, le Tradizioni, la Difesa dell’Ambiente, il Dott. Giuseppino Roberto, Segretario Generale della Fiera di Genova, Presidente dell’associazione A Compagna, commissario governativo all’EXPO 1992, cinquecentenario della scoperta dell’America. Si formò un corteo aperto dai gonfaloni dei Comuni tabarchini seguiti dalle autorità, dagli alunni delle scuole accompagnati dai docenti e da numerosi cittadini, che attraversando alcuni quartieri raggiunse la scalinata dell’Hotel Méditerranée dove si svolse la cerimonia.
Presero la parola l’Assessore alla Cultura e ai Beni Culturali del Comune di Genova professor Silvio Ferrari, che spiegò il motivo della manifestazione e sottolineò la necessità di rafforzare i legami stabiliti nella storia, al fine di non smarrire l’identità collettiva, e affermò inoltre che “chi conosce bene il proprio passato, non ha timore di dividere il proprio futuro con altri”. Intervennero con un discorso di saluto il Presidente del Consiglio di Circoscrizione, il Sindaco di Carloforte e il Sindaco di Calasetta. L’ammiraglio Emanuele Junca, in veste di oratore ufficiale, esternò la sua ammirazione nei confronti di quei Pegliesi che, in forza della loro abilità marinara, dimostrarono intraprendenza e coraggio, e che attualmente, come Tabarchini, erano orgogliosi di appartenere al mondo genovese. “Noi dovremo sempre ricordare questa gente – disse – e dovremo festeggiare ogni anno la data della loro partenza come un grande avvenimento storico della tanto amata nostra cittadina. È quello che stiamo facendo oggi con lo scoprimento di questa lapide, ma vorremmo che questa lapide non fosse fine a se stessa e non vorremmo che domani nessuno più se ne ricordasse. Vorremmo invece che l’esempio datoci di mantenere inalterati nel tempo usi, costumi e lingua di Pegli, venisse a rendere più duraturi i ricordi di quell’evento, perché Pegli non diventi sempre più un quartiere di Genova senza radici, senza storia, senza una vita propria”.
Quindi la lapide celebrativa, coperta con un drappo sul quale erano rappresentati con la bandiera di Genova gli stemmi di Pegli, Carloforte e Calasetta intorno all’immagine dell’isola di Tabarca, fu scoperta dai sindaci dei due Comuni tabarchini e benedetta dal Padre Pastorino parroco di San Martino e Monte Oliveto.
Il corteo ricomposto proseguì poi per raggiungere via Carloforte e piazzetta Tabarca (8), luoghi simbolo dell’evento celebrato.
La lapide fissata sulla gradinata dell’Hotel Méditerranée fa sì che i Tabarchini, siano essi di Carloforte, di Calasetta, di Nueva Tabarca o sparsi nel mondo, giungendo a Pegli si sentano a casa.
Remigio Scopelliti
Targa a Mario Emanuelli nella sala del Museo Civico di Carloforte a lui dedicata
“Mario Emanuelli, storico pegliese, studioso, promotore di “Pegli cittadella storica”, è stato ideatore della “Giornata storica pegliese” realizzata per la prima volta nel 1991 dall’Associazione “Rinascita di Pegli”, per ricordare , tra l’altro, la partenza dei coloni liguri dal porto di Pegli, alla volta di Tabarca.
Mario Emanuelli
Autore del volume “Pegli ai margini della storia”, fu insignito nel 1996 del “Premio città di Genova”.
Amico di Carloforte, che visitò in diverse occasioni, nell’ultima sua presenza sull’Isola – estate 2001- fece dono al Museo Civico di Carloforte di una serie di quadri da lui eseguiti, che ripercorrono le vicende principali del popolo tabarchino.
A Lui, la direzione del Museo riconoscente, dedica questa sala“