1

Genova, Trenitalia e i disabili

I fatti di Pasquetta visti dai nostri collaboratori: -Gabriella Parisi- e -Guido Ottonello

Specchio della nostra società


Gabriella Parisi

Disabili costretti a lasciare il treno dall’inciviltà e dall’incapacità organizzativa di Trenitalia. Il giallo della carrozza non correttamente riservata.

La disorganizzazione di Trenitalia è  tastabile giornalmente sui treni a diversa percorrenza ed in tutte le fasce orarie , le lacune del servizio fornito ai cittadini sono a dir poco vergognose, e tutto questo avviene nonostante siano stati effettuati aumenti delle tariffe, fra l’altro in un periodo socio-economico ancora estremamente delicato.
Ma oggi, credo che la situazione sia ancora peggiore, è inaudito che si possano verificare fatti di tale gravità.
Nel pomeriggio di Pasquetta 25 disabili tra i 30 ed i 50 anni, più cinque operatori, diretti a Milano, non sono riusciti a salire sul treno alla stazione di Genova Piazza Principe e sono dovuti tornare in pullman nel capoluogo lombardo in quanto  la carrozza a loro “riservata” non lo era realmente per un errore della società. Questo ha causato l’occupazione dei posti da parte di altri passeggeri che, nonostante le richieste sia da parte del personale di Trenitalia che dell’intervento della PolFer, di liberare i posti già assegnati,  non hanno fatto alcun cenno per far fronte al disagio.
Il fatto verificatosi non è altro che lo specchio della nostra società  in cui le tutele  per i diversamente abili, nonostante siano stabilite nell’  art.26 della legge 104/92  “mobilità e trasporti collettivi” e che dovrebbero essere accuratamente garantite e rispettate, sono state svilite da un atteggiamento superficiale di Trenitalia e dalla mancanza di civiltà e di rispetto dei passeggeri.
Una società priva di principi fondamentali per una sana convivenza umana… vuota nei contenuti, che sta divenendo giorno dopo giorno sempre più “tossica” per tutti a partire dai più giovani, non può che condurci ad una terribile autodistruzione.
-Gabriella Parisi-


Lo stato si faccia sentire


Guido Ottonello

Una notizia tutti i media hanno dato ampio spazio creando sconcerto ed incredulità nelle persone comuni sia per quanto accaduto e sia per le parti coinvolte nella vicenda

Ci riferiamo alla notizia del rifiuto da parte di un gruppo turisti di cedere il legittimo posto a 27 disabili (sedute prenotate) sul treno che ha generato disappunto, sconcerto e rabbia per un comportamento squallido e prepotente allo stesso tempo.
Se evidenziamo che la carrozza era già di diritto destinata al gruppo disabili e che non c’è stato alcun elemento di scrupolo e pietismo morale verso di loro, acuisce drammaticamente la condotta di questi viaggiatori abusivi l’assenza di osservanza delle indicazioni fornite da capotreno ed agenti della Polfer.
Se il gesto è stato stigmatizzato e condannato moralmente in tutte le sedi, temiamo però che non ci siano sanzioni o conseguenze di alcun tipo a carico dei protagonisti del sopruso lasciando nel buco nero questa triste e deprecabile vicenda nostrana in un Paese che insegue per esempio il cittadino su uno sforamento di un ticket del parcheggio a pagamento facendo spallucce per altre situazioni che meriterebbero interventi perentori e duri.
Lo Stato batta quindi i pugni e si faccia sentire a tutela di chi lo rappresenta nell’espletamento del proprio servizio ed a tutela di una categoria quella dei disabili che combatte una guerra dura, faticosa ed impari rispetto alle altre persone.
Guido Ottonello