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IN PUNTA DI PENNA – “È difficile fare le cose difficili…”

IN PUNTA DI PENNA-Rubrica a cura di Antonello Rivano

“È difficile fare le cose difficili…”


“È difficile fare le cose difficili, parlare al sordo, mostrare la rosa al cieco.
Bambini, imparate a fare le cose difficili: dare la mano al cieco, cantare per il sordo,
liberare gli schiavi che si credono liberi.”
( Versi tratti dalla poesia “Lettera ai bambini” di Gianni Rodari)

E’ sempre più difficile trovare argomenti da trattare in Punta di Penna, perché su certe cose vorresti invece scrivere urlando, magari contro una guerra assurda, come tutte le guerre. Così per le donne uccise, violate, a volte cancellate, come in Afghanistan.  Urlare contro gli “imbecilli” da tastiera, che a chiamarli “leoni” sarebbe per loro troppo onore.  Urlare contro gli analfabeti funzionali, che poi la colpa non è del tutto loro ma anche e soprattutto di scuola, famiglia, informazione.  Vorresti urlare quando leggi i lanci di agenzia stampa che parlano di “morti bianche”, che ora comprendono anche ragazzi facenti parte del programma “alternanza scuola-lavoro”, ma quale “scuola”, quale “lavoro?!”

E fai fatica a scrivere in punta di penna quando vedi una classe politica incapace di sentire il “polso del Paese”, se non per cavalcare quella parte più di “pancia” allo scopo di salire di qualche punto nei sondaggi elettorali. 
Una classe politica camaleontica che non ha più né connotazione né onestà intellettuale. Fai fatica a scrivere in punta di penna quando ti rendi conto che nella nostra società non esiste più spirito critico e c’è, purtroppo, una totale assenza di capacità di analisi, situazioni che favoriscono la “deriva populista” da sempre preludio della rovina di quel popolo che finge di accondiscendere.

Fai fatica ma devi, perché ne abbiamo abbastanza di una informazione “click catch”, di fake news, di titoli urlati. Ne abbiamo abbastanza di discussioni basate sul nulla, di “negazionisti” d qualsiasi tipo.

E’ difficile non cadere nelle trappole della “notizia a ogni costo “, dello “schierarsi da una parte o dall’altra”, di essere pro o contro a prescindere.  A volte sembra persino impossibile.

Siamo però certi che se non ci provassimo, se non tentassimo di essere “diversi”, allora saremmo complici di tutto quello al quale vorremmo urlare contro. Se non usassimo le nostre capacità per diffondere una cultura del “fare” anziché solo “dire”, allora sarebbe inutile proporci ancora a voi come organo di informazione.  Se non continuassimo a parlare di cultura, territorio, ambiente, tradizioni e temi sociali senza “urlare” ma cercando di far riflettere, allora questo dovrebbe essere l’ultimo articolo che pubblichiamo.

Invece noi vogliamo continuare a fare le cose difficili: dare la mano al cieco e mostragli la rosa, parlare e cantare per il sordo, liberare gli schiavi che si credono liberi…o almeno ci proveremo.

In Punta di Penna, perché la nostra non è e non sarà mai una informazione urlata. Perché questa rubrica vuole essere come un venticello leggero, un PONENTINO, che vi sfiora appena e rinfresca il vostro senso critico. Senza la pretesa di dare risposte ma con lo scopo di fare riflettere e porre domande