G. Walter Cavallo ci introduce alla sua ricerca in merito ai visitatori del Parco Storico Monumentale di Villa Durazzo Pallavicini. Il primo di una lunga serie di articoli sulla Storia di Pegli e dei suoi personaggi

Ho cominciato questo mio nuovo lavoro di ricerca martedì 17 aprile 2018 e i miei appunti scritti a mano di cui dispongo mi ricordano che già il 24 luglio 2014, quando la dottoressa Maddalena Giordano, responsabile dell’archivio Giustiniani Durazzo di via Balbi 1, alla quale mi ero rivolto in quel periodo per completare le ricerche sul marchese Ignazio Alessandro Pallavicini e pubblicare il mio secondo saggio dal titolo Alla ricerca di Ignazio Alessandro Pallavicini – Uomo del Risorgimento italiano, mi consegnò quello considerato il più vecchio dei registri delle firme dei visitatori della villa di PEGLI. Si tratta della villa ereditata dal marchese Ignazio Alessandro Pallavicini dalla zia Clelia Durazzo, vedova del marchese Giuseppe Grimaldi.


Il registro, che presentava un bellissimo frontespizio scritto in caratteri gotici, partiva con la raccolta delle firme dei visitatori dal 26 ottobre 1856. Annotai un giudizio lusinghiero di un certo Luigi Lomellini (forse per il cognome) sul marchese Pallavicini, ma poi, dopo avere distrattamente sfogliato tutto il libro firme, comunicai all’archivista che non ero interessato ad approfondire la consultazione degli altri registri, in quanto ero alla ricerca di notizie che mi aiutassero a comprendere meglio la personalità di questo importante uomo dell’ottocento, che negli anni cinquanta del XIX secolo, fu al centro della cultura e dell’amministrazione comunale di Genova diventando anche, nel 1848, Senatore del Regno Sabaudo e poi d’Italia.

Archivio Giustiniani Durazzo di via Balbi

Dopo avere editato la biografia del marchese/senatore Pallavicini allargai i miei orizzonti sulla cittadina di Pegli dove la sua discendenza, l’unica figlia rimasta in vita, la marchesa Teresa e il genero, il marchese Marcello Durazzo IV di Gabiano, e il loro unico figlio, il nipote Giacomo Filippo, che portava il doppio cognome Durazzo Pallavicini, in quanto ultimo discendente di questi due rami delle nobili casate genovesi avevano svolto un ruolo importante nello sviluppo di questo borgo marinaro.

La seconda moglie dell’ultimo marchese, la principessa Matilde Giustiniani, aveva dato un grosso contributo alla realizzazione della cittadina così come la conosciamo noi oggi, questa delegazione di ponente della grande Genova, voluta da fascismo nel 1926. Infatti, la stazione ferroviaria a fianco della villa, concedendo ampio spazio per una piazza antistante, voluta da Ignazio Alessandro Pallavicini, la costruzione del municipio della cittadina sulla via parallela al lungomare, voluto dalla figlia Teresa, anche questo costruito su terreni di proprietà e poco distanti dall’ingresso della villa, ed infine la costruzione di un albergo di fronte alla stazione, voluto ancora da Ignazio Alessandro, sempre su terreni di proprietà, mi hanno stimolato a ricercare chi altri avesse contribuito a trasformare questo borgo di pescatori nel primo centro moderno turistico balneare ligure di fine ottocento. La ricerca si è trasformata in un saggio di oltre centonovanta pagine da titolo Splendore di Pegli e dei suoi personaggi – Cronistoria dal 1835 al 1935.

Poi, nel tempo, esattamente il 23 settembre 2016, ho partecipato ad un avvenimento importante per me e per la delegazione di Pegli: il parco della villa, che dal 23 settembre 1846 sino al 12 ottobre 1928 era stato un parco storico privato, ma aperto al pubblico che ne faceva richiesta, diventando un’attrazione importante per la Pegli di quel periodo, attirando visitatori da tutte le parti del mondo, ritorna finalmente visitabile in tutta la sua interezza e integrità.

Da quando nell’ottobre 1928 Matilde Giustiniani, vedova Durazzo Pallavicini, ha donato al Comune tutto il complesso, lo stesso, per recuperare le risorse necessarie per il restauro totale, ha impiegato 170 anni, permettendo in tutto questo tempo una visita, da prenotare con guida, ai cantieri e comunque una visita parziale.
Quando il 23 settembre 2016 la struttura è stata riaperta al pubblico, non mi è parso vero di poter collaborare alla rinascita di questo pezzo di storia pegliese, entrando a fare parte dellAssociazione Amici di Villa Durazzo Pallavicini, una associazione di promozione sociale costituitasi nel 2013 da un gruppo di “amatori” della villa, che comprendeva sia gli architetti Silvana Ghigino e Fabio Calvi che si erano occupati dei restauri del Parco, sia altri cultori della materia a vario titolo, contribuendo a diffondere la conoscenza di questo parco/museo a cielo aperto.

Aspettare i visitatori alla “tribuna gotica” (il parco storico inizia da lì) per raccontare, se interessati, qualcosa di più di quello che dicevano le guide, è stata una grande soddisfazione. Ecco che, a cominciare da quella data, l’idea di tornare a dare un’occhiata più attenta ai “registri dei visitatori” mi è parso subito interessante.

Fatto la richiesta alla bibliotecaria, ancora la gentile Maddalena Giordano conosciuta nel 2014, si è dimostrata subito disponibile precisandomi che ero il primo ricercatore che si interessava a questo materiale. E questo è un dato che mi ha fatto piacere. Insieme a Maddalena Giordano, mentre abbiamo tolto dagli scaffali i registri e “catalogati” per annate, a partire dalla più antico al più recente, ci siamo consultati come procedere.

In attesa di ottenere l’autorizzazione per la pubblicazione delle immagini che mi sono state concesse a corredo di questa ricerca collaborerò con IL PONENTINO con altri argomenti di carattere storico inerenti Pegli derivanti dai miei lavori di ricerca precedente.

Giacomo Walter Cavallo
Dopo 35 anni di lavoro bancario. a sessant’anni, ha conseguito la Laurea in Storia Moderna e contemporanea e di seguito la Laurea Magistrale in Antropologia Culturale ed Etnologia all’Università degli Studi di Genova. Svolge attività di volontariato in ambito educativo e formativo come socio presidente dell’Organizzazione di Volontariato “Seniores Liguria”. E’ membro del direttivo dell’Associazione di Promozione Sociale “Amici di Villa Durazzo Pallavicini”
(la foto del tondino è tratta da uno scatto di Angelo Lavizzari)

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