Francesca Rosso: Lalla Jannati Beya, la storia vera, il giallo delle due Jennet e l’eredità contesa
Ahmad Mustafa Husayn, il bey di Tunisi, figlio di una schiava carlofortina, che abolì la schiavitù – Parte Seconda
Nato nel 1806 salì al trono, dopo la morte del padre, nel 1837, morì a soli quarantanove anni. Figlio di una tabarchina nativa di Carloforte, Francesca Rosso, catturata ancora bambina durante la razzia di Carloforte del 1798. Nella sua pur breve reggenza fece grandi sforzi per accreditare agli occhi del mondo l’autonomia e il prestigio della Tunisia, cercando di farne un paese avanzato
Grazie alle ricerche e alla ricostruzione storica, basata su documenti originali, di Salvatore Borghero, cultore e divulgatore di storia tabarchina, siamo in grado di offrire ai nostri lettori un approfondimento di quanto scritto nella prima parte di questo nostro racconto (Francesca Rosso: da schiava a sposa e madre del bey).
Francesca Rosso/Lalla Jannati Beya
Di Salvatore Borghero
Francesca Rosso era nata a Carloforte il 25 luglio 1789. Sorella gemella con Teresa. Furono battezzate entrambe il giorno 29 luglio. L’atto di battesimo recita testualmente: “M. Francesca e Theresa Rosso – Cappai. Ai ventinove di detto Mese ed Anno: Battezzò, secondo il Rito Romano, il Rev. Zibetto, due gemelli nati quattro giorni prima, figli legittimi e naturali di Bartolomeo e Soffìa giugali Carolini. Padrini della prima, chiamata Maria Francesca, furono: Sig. Sebastiano Plaisant e Francesca – Padrini della seconda, chiamata Theresa, furono: Giobatta Gera e Francesca, tutti Carolini. In fede: Dessì Pro V° Parrocchiale”.
Era una fanciulla di appena nove anni quando fu rapita dai pirati. Lei non fu presa con la famiglia.
Il Vallebona la riporta sola: “Rosso M. Francesca di Bartolomeo e Anna Sofia Cappai”. Nella lista tunisina è elencata per ultima nella famiglia di Leonardo Panzalis.
Testualmente: “Leonardo Panzano (Panzalis, N.d.A.), Antonia sua moglie, figli Salvatore e Teresa andarono a servizio di Si Mohamed Ben Salem Caid Rihay”. Appresso è scritto: “Francesca Rosso, figlia della sorella di Antonio Panzano, alle mani di Si l’Arabi.”
Chi era costui? “SI” è l’abbreviazione di “Sidi” che precede molti nomi degli assegnatari che hanno preso gli schiavi.
Dunque “Arabi” è il nome del dignitario. Potrebbe anche intendere il Bey, che scelse per sé la piccola Francesca e altre due coetanee. Può darsi!
Come mai la piccola Francesca fu catturata sola? Forse, quella sera, era a dormire in casa della zia: e fu prelevata insieme alla famiglia Panzalis. Gli zii la presero in custodia e si presentò alla registrazione con loro. Questo potrebbe essere uno dei motivi sul perché è stata elencata in fondo ai componenti di questa famiglia.
Comunque, Francesca Rosso, ebbe un trattamento di riguardo ed è anche l’unica carlofortina che sia stata accolta in casa di Si l’Arabi.
La buona sorte di Francesca è passata alla storia un po’ circonfusa di leggenda.
Doveva essere molto graziosa se Sidi Mustafa, fratello del Bey, se ne innamorò a prima vista. La piccola fu educata a corte, accettò di entrare, non nell’harem, ma nella famiglia del principe ad una condizione: sarebbe stata moglie del principe. Egli, a sua volta, accettò ad una condizione: lei avrebbe sposato non solo il principe, ma tutta la cultura araba.
Insomma, Francesca si sarebbe convertita all’Islam. Affare fatto! Francesca Rosso, da quel giorno, fu Jenet Leila Bejà.
Nel 1806, all’età di 17 anni, diventa la favorita di Mustafa ibn Mahmud,(1786 – 1837) (che diventò il 18° Bey di Tunisi dal 20 Maggio 1835 al 10 Ottobre 1837) prendendo il nome di “Lalla Jannati Beya“.
Nacque un figlio, Ahmed, soprannominato “il Sardo”. Alla morte del padre, governò per 18 anni.
Morì nel 1850 (misteriosamente). La madre Jenet, (ex Francesca Rosso) pur vedova e priva dell’unico figlio maschio (Francesca ha avuto altre figlie) continuò a vivere nella corte beylicale, dove aveva vissuto gli anni e i sentimenti più belli della vita.
Queste, in breve, le notizie biografiche che risultano nei documenti storici.
Durante la schiavitù fu presa in casa dalla sorella del Bey Mahmud.
Dalla loro unione il 2 Dicembre 1806 nasce:
1°) Ahmad I° (vedi scheda) il futuro 19° Bey di Tunisi dal 10 Ottobre 1837 al 30 Maggio 1855, giorno della sua morte, aveva 49 anni.
2°) Princess Lalla Mahbuba: (la figlia maggiore): nel 1829 ca. diventa la prima moglie del Luogotenente – Generale H.E. Mustafa Sahib al- Taba’a, nato in Georgia nel 1785 ca., tutore di Ahmad I°, deceduto il 10 maggio 1861.
Ebbero due figli maschi che furono gli avi della famiglia Sahib al- Taba’a. Ella morì il 22 marzo 1852.
3°) Princess Lalla Sassia: il 4 luglio 1837 diventa la prima moglie del Luogotenente–Generale Sidi Mustafa Bash Aga, deceduta vicino a Tunisi, a Kram al-Agha il 18 febbraio 1867.
Dalla loro unione nacquero tre figli maschi e due femmine (avi delle famiglie Agha e Lagha)
4°) Princess Lalla Kulsum [Kalthoum]: nel 1839 divente la prima moglie del Luogotenente-Generale Sidi Mustafa Khaznadar, nato a Kardamila, Chios, Grecia, nel 1817, e morto a Tunisi il 26 luglio 1878. Nato Giorgios Stravelakis, catturato assieme al genitore Yannis nel 1821 a Izmir, e cresciuto al servizio del Bey di Tunisi. Ella morì nel 1881 avendo avuto quattro maschi e una femmina.
4a) Si Muhammad Khaznadar (1840 – 1929), che sposa il 22 marzo 1871 la Principessa LallaZubaida (+ il 5 aprile 1924), figlia di Muhammad Pasha Bey di Tunisi.
Ebbero tre maschi e due femmine.
4b) Si Muhammad al-Munji [El- Mongi] Khaznadar (1850 – 1922). La prima moglie fu Lalla Fatima (+ 1913) dalla quale ebbe due maschi. La seconda (sposata nel 1898) Principessa Lalla Khadjia [Khadouja] (1873 – 1922) dalla quale ebbe una figlia.
4c) Si Abdu’l Salim [Abdelsselem] Khaznadar. Deceduto nel 1929.
4d) Si Hasan Khaznadar. Deceduto nel 1936.
Francesca Rosso muore il 7 Gennaio 1848 all’età di 59 anni.
Salvatore Borghero
IL mistero delle due Jenet e l’eredità contesa
(Tratto dal Capitolo FRANCESCA ROSSO di “Gli schiavi carolini catturati a Carloforte nel 1798” di Daniele Agus e Salvatore Borghero)
Vicino alla nostra Jenet se ne trova un’altra, apparsa e vissuta in circostanze simili, che potrebbero confondere le due identità.
I mari della Sardegna furono sempre teatro di scorrerie piratesche fino al secolo XIX. Il 17 ottobre 1811, nel golfo di Cagliari, fu rapita la piccola Rita Cau Pitzalis, da Mustafà Rais, che la condusse a Tunisi. Giunta in età da marito, Rita divenne moglie di Mustafà. Non solo. Quando egli salì al trono, Rita salì al suo fianco, col nome di Jenet Kardiia: dalla quale nacque il figlio Ahmed. Il giovane succedette al padre nel 1837. Ma, a sua volta, ebbe vita breve: morì nel 1855. La madre Jenet, morì nel 1866. Fermiamoci qui.
E’ stata avanzata l’ipotesi che Jenet (ex Francesca Rosso) e Jenet (ex Rita Cau Pitzalis) fossero la stessa persona. La confusione, probabilmente, è nata dalle circostanze che accompagnavano l’avventura delle due: un’incursione piratesca nel mare di Sardegna, quando esse erano fanciulle; il rapimento, l’educazione nella corte beylicale, il matrimonio col figlio del Bey e il conseguente cambiamento del nome in Jenet; poi la nascita del figlio che succede al padre.
Sembra che gli ingredienti storici ci siano tutti. Ne manca uno, importante: la differenza del periodo.
Vediamo di mettere a fuoco i due momenti. La Jenet – ex Rosso – fu rapita nel 1798 a Carloforte; La Jenet – ex Cau Pitzalis – fu rapita nella costa di Cagliari il 17 ottobre 1811.
Ci sono ben 13 anni di distanza tra le due incursioni piratesche; a nostro modesto avviso questo particolare basterebbe a dimostrare che non si tratta della stessa persona.
Andiamo avanti!
Intanto l’interesse ad identificare la vera donna che si cela sotto il nome arabo di Jenet non era soltanto storico – culturale: ci sarebbe di mezzo anche una eredità beylicale, che due famiglie si contendono a suon di argomentazioni giuridico – genealogiche:
a) la prima famiglia è rappresentata dal professor Efisio Mereu. Il 16 Luglio 1926 egli inoltrava istanza al Ministero degli Esteri, in Roma; adduceva ragioni politiche e religiose a nome proprio e degli altri aventi diritto. Motivo della richiesta: il Governo italiano avrebbe dovuto “avanzare dei passi presso il Ministero degli Affari Esteri della Reale Casa Beylicale di Tunisi, per una devoluzione in via diplomatica ed amichevole dell’eredità a favore degli eredi della Cau Pitzalis Rita (Jenet Mardiia)”.
Naturalmente il professor Mereu accettava che il Governo italiano disponesse l’accertamento sul grado di parentela dei pretendenti, il diritto di successibilità e l’attribuzione delle quote per rami e stirpi, seguendo la linea giuridica del diritto successorio musulmano.
Dunque, un’indagine in piena regola, coniugando le sure del Corano con gli articoli del diritto civile italiano.
b) la seconda famiglia si fa avanti tre mesi più tardi: compare sul campo storico – giuridico la signora Antonietta Strina Chiappe in Carta. I cognomi rivelano chiare origini Carlofortine della signora.
In un promemoria, datato 20 ottobre 1925, ella rievocava “ la storia apparentemente romanzesca” ereditata dal racconto del padre, il quale, a sua volta, l’aveva raccolta dagli antenati, conoscitori non sospetti dei fatti “avendo vissuto parecchi anni presso la R. Casa Beylicale di Tunisi 24 .
Infatti, Antioco Rosso (bisnonno della scrivente), era vissuto alla corte di Tunisi
con la sorella Francesca (Jenet): alla morte di lei, fece ritorno a Carloforte nel 1864. Quando lasciò Tunisi, le autorità locali (Ministero degli Esteri) gli promisero che gli avrebbero mandato a casa quello che gli spettava per legge (come erede della sorella Francesca, N.d.A.). Antioco Rosso morì a Carloforte nel 1869 aspettando l’eredità tunisina.
La figlia Rosina, circa quarant’anni più tardi, volle intraprendere ancora l’iter della successibilità per ereditare le favolose ricchezze dell’ava Jenet. Ma anche a lei “incuria, disonestà o sfortuna negarono il riconoscimento dei sacrosanti diritti, fino ad ottenere la quasi tacita rinuncia”.
A questo punto le due Jenet inconsciamente si incrociano al bivio della parentela virtuale. La Jenet – ex Rita Cau Pitzalis – è supportata da eredi pronti a dimostrare il diritto alla successione.
La Jenet – ex Francesca Rosso – ha dalla sua parte il certificato di nascita del figlio Ahmed Bey nato nel 1810.
Come potrebbe essere figlio della concorrente Jenet, se essa stessa fu rapita nel 1811,
quand’era ancora bambina?
Se i fatti che abbiamo sintetizzato fossero avvenuti oggi, ci sarebbe stato abbondante materiale per alcune puntate di fiction televisive in prima serata.
Non sappiamo quale effetto abbiano sortito i ricorsi degli eredi delle due Jenet. Se la Antonietta Strina Chiappe è arrivata alla “tacita rinuncia” significa che i probabili eredi di Francesca Rosso si sono messi l’anima in pace e…Amen.
Il riscatto, la liberazione e il ritorno degli schiavi, è storia nota.
[Continua…]
–Ahmad Mustafa Husayn il Bey di Tunisi, figlio di una schiava carlofortina, che abolì la schiavitù–
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“Il Bey Carlofortino” Romanzo storico di Salvatore Ventura (Blurb editore, 2017)
“Storia di Carloforte-Documenti e appunti” di Enrico Maurandi – Associazione Culturale Saphyrina Carloforte (Fausto Lupetti editore, 2013)
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