I genovesi, contrariamente a quanto cantava Lucio Battisti “Mi ritorni in mente”, nel momento in cui devono esternare questa locuzione, dicono “Me ven in cheu”? Frase che, tradotta in italiano, non avrebbe nessun impatto particolare: infatti “Mi viene in cuore” risulterebbe una frase contorta mentre in genovese, ed è questo il pregio della nostra bella lingua, acquista un indubbio valore. I genovesi, notoriamente taciturni e poco inclini alle sdolcinature, posseggono, sotto la loro scorza, un organo vitale che non ha eguali, che è appunto il cuore. E lì noi custodiamo con cura e da lì estraiamo al momento opportuno, tutti i nostri ricordi, anche quelli non troppo esaltanti ma sempre e comunque ricordi e frutto di una esperienza emotivamente vissuta. Gli innamorati, tutti quanti, non hanno mai disegnato cervelli su cui apporre il nome dell’amata o dell’amato, bensì dei cuori, a volte anche sanguinanti, ma sempre cuori, proprio perché lì si concentra l’essenza dei nostri sentimenti. Ma chi ha creato l’espressione del “Me ven in cheu”? Nessuno, è nata semplicemente da sola, come nasce, da un seme portato dal vento, un fiore di prato. Ma è proprio qui che entra in gioco la qualità del terreno di quel prato, qualità nascosta, sottoterra, proprio come il nostro intimo corazzato, capace però di dar vita a una espressione così romantica, noi che, ma solo apparentemente, romantici non siamo.
Allegri!!!
Nino Durante
Classe 1948, praese DOCG, Nino Durante è quello che si può definire un artista poliedrico. Cantautore con all’attivo centinaia di testi rigorosamente in lingua “zeneise”, scrittore, conduttore radiofonico, pittore. La conservazione e la diffusione della lingua genovese e di tutto ciò che le gira intorno è, possiamo dirlo senza timore di venire smentiti, la sua missione.