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Il giorno che non è stato

Di Antonello Rivano e Marco Maltesu

Oggi è una triste giornata, triste perché tutti ci aspettavamo che finalmente in Consiglio Comunale ci sarebbe stato lo spazio per discutere di un progetto “mortifero” che antepone l’economia alla salute della gente del ponente, che a fronte di un lavoro da più di un miliardo di € per la produzione dei cassoni, elementi fondamentali per la riuscita del progetto, individua uno spazio che in parte non esiste tanto è vero che necessita di un riempimento, senza considerare che questo spazio, e le lavorazioni che si concentreranno in questo spazio, rovineranno la vita delle persone che vivono intorno per i prossimi anni e ne condizioneranno la salute e l’esistenza già messa a dura prova dagli infiniti problemi che si sono accumulati in questa parte di Genova e non certo per colpa dei suoi abitanti.

Curioso sentire il Sindaco di Genova dire alle persone che se trovano un altro spazio è pronto ad analizzare la proposta. Singolare che in un porto in cui non esiste un solo metro quadro libero da concessioni, si dica ai cittadini di cercare una soluzione, come se qualcuno di noi avesse la possibilità di spostare un proprietario di concessione per creare uno spazio, singolare, come scritto prima, che un progetto miliardario non parta proprio dallo studio della collocazione di un elemento cardine per il successo del programma, come la “Fabbrica dei cassoni” che possa innanzitutto preservare quel bene fondamentale che è la salute pubblica.

Oggi non ci sarà quindi la discussione sulla mozione n.91 di Filippo Bruzzone, Rita Bruzzone e Francesca Ghio su “Prefabbricazione di cassoni propedeutici alla realizzazione della nuova Diga Foranea di Genova” presentata, (come già specificato nell’articolo de Il Ponentino del 17 gennaio 2022 “La rivoluzione del Ponente di Genova“), il 27 ottobre 2023 e che a 4 mesi dalla presentazione attende ancora la calendarizzazione. Un’altra delle cose assurde, per non chiamarla “scorrettezza” nei confronti della popolazione del Ponente per non dire di tutta la popolazione di Genova che ormai sta abituandosi ad essere considerata un problema piuttosto che, come sarebbe giusto, il primo destinatario di attenzione, quell’attenzione che dovrebbe essere il primo pensiero per qualsiasi amministrazione pubblica.

Questo non toglie che a tutti i prossimi appuntamenti, a cominciare da quello che i partiti di minoranza (Pd, Lista Rossoverde, M5S, Genova Civica), ed i comitati del Ponente (Pegli Bene Comune, Lido di Pegli, Noi di Prà, Palmaro, Quartiere Multedo), hanno organizzato per Venerdì 17 febbraio alle h 21, presso i locali della Parrocchia N.S. del Soccorso e San Rocco a Prà, ci dovrà essere un cambio di passo ed un compattamento sempre crescente per opporsi ad un comportamento che vede l’amministrazione comunale genovese, con un atteggiamento estremamente arrogante e non degno di un paese democratico in cui  i cittadini e la salute pubblica sono al centro dell’azione politica.

Questo è il momento in cui deve essere fondamentale non compromettere ulteriormente un territorio già martoriato dal passato per preservare quanto fino ad ora è stato salvato dallo scempio.

La popolazione ed il territorio hanno già ampiamente pagato il prezzo di scelte economiche non condivise con la cancellazione storica del proprio passato, delle proprie tradizioni, della vita che aveva caratterizzato questi luoghi. Tutto questo in funzione di un processo economico che non ha praticamente lasciato niente sul territorio ed invece ha provocato un depauperamento progressivo della popolazione locale, sia in termini economici che culturali.

L’esempio e la realtà sono sotto gli occhi di tutti e le persone non consentiranno un nuovo attacco al territorio e la distruzione dei limiti di ampliamento del porto faticosamente conquistati nel passato.  
(Nell’immagine: particolare dell’ingresso di Palazzo Tursi, sede del Comune di Genova e un cassone)

Antonello Rivano (redattore capo), Marco Maltesu (direttore di redazione)