di Lorenzo Bisio, storico dell’arte
Nel contesto dei giardini Melis a Cornigliano si trova questo interessante edificio, oggi isolato e poco visibile ma facente parte di un antico nucleo di ville quattro-cinquecentesche, che con la loro imponenza architettonica e la loro disposizione in successione, caratterizzavano l’aspetto urbano in un contesto per altro di tipo rurale, lungo l’antica direttrice di Via alla Chiesa di San Giacomo, che univa Genova al Ponente (ndr. Le attuali vie Cervetto e Tonale). L’edificio sorge tuttavia in posizione defilata rispetto la strada principale e rimane isolato tra il verde più a monte seguendo il pendio del terreno.
Abbiamo una descrizione storica della villa grazie all’opera di Gustavo Dufour “Cornigliano dalla seconda metà del 1800 ai primi decenni del 1900″, che presenta cosi l’allora ancor visibile accesso originario alla villa:…si accedeva (al Palazzo) per una breve salita e un arco con nicchia della Madonna, assai pittoresco, ora demolito per formare l’area delle scuole”.
Di origine tardo quattrocentesca o del primo cinquecento. l’edificio “Prealessiano” conserva tutt’oggi diversi elementi della struttura originaria che dal punto di vista storico architettonico sono di notevole importanza.
L’ingresso si apre sulla facciata verso il mare e dava sul perduto giardino padronale: nell’atrio si trova un’interessantissima volta ad ombrello, con peducci a goccia in pietra nera, inoltre nel salone al piano terreno si erge una volta a padiglione con lunette. ambedue ambienti di pregevolissima fattura e testimonianza di un’architettura tardo quattrocentesca.
Al piano nobile troviamo poi due ampie sale voltate decorate con affreschi riguardanti scene mitologiche, decorazioni a grottesche e lunette con raffigurazioni di paesaggi di villa risalenti alla metà del cinquecento.
Le scene tratte dalla mitologia riportano il “Ratto di Proserpina” e “Diana e Callisto” mentre lo sviluppo decorativo delle volte consiste in un ottagono centrale concepito come un quadro affisso al soffitto, attorniato da motivi decorativi a grottesche che si articolano nello spazio fino quasi a modificare la percezione della struttura reale della volta.
A seguito della caduta della volta a canniccio nel salone del piano nobile è tornata alla luce l’originaria copertura sull’ampio ambiente definita “a canestro” eseguita con molta probabilità per rimanere a vista: questo è un aspetto molto interessante che si riscontra anche in altri palazzi di e villa del quattro-cinquecento genovese, l’edificio doveva pertanto avere coperture distinte sui diversi corpi di fabbrica, che Gustavo Dufour definisce nei suoi scritti come “tetti multipli” ancora frequenti nell’ottocento.
Il complesso comprendeva anche una torre, posta a monte dell’edificio principale, che venne purtroppo colpita durante i bombardamenti alleati del 1943 e ne rimane visibile attualmente solo la parte basale poiché l’elevato andò completamente distrutto, ma fortunatamente abbiamo sue immagini in qualche cartolina d’epoca e una documentazione scritta sempre grazie all’opera del Dufour che la descrive come “bella torre coronata da una parte sporgente su beccatelli e coperta a tetto”.
Oltre la mancata ricostruzione della torre e la costruzione nel 1935 della scuola Domenico Ferrero che grava sul prospetto di ponente del palazzo, occorre segnalare che la loggia del palazzo venne murata e la terrazza sopraelevata, andando a chiudere l’accesso ad arco ed il viale che in origine lo collegava con la vicina villa Spinola De Ferrari.
La vita e l’evoluzione architettonica di questa architettura si snoda lungo le diverse fasi della storia di Cornigliano: compare infatti per la prima volta nel 1781 nella topografia del Brusco e i proprietari risultano gli Spinola Barbases; subì in seguito diversi passaggi di proprietà, dal Duca Raffaele De Ferrari agli Scolopi, dalla famiglia Ghio ai Canepa, fino all’acquisto da parte del Comune di Cornigliano nel 1924 per la realizzazione delle scuole vicine al municipio nel 1935.
Il progetto della scuola fu dovuto all’ufficio tecnico locale e in un primo momento Villa Spinola Canepa venne adattata per uso scolastico, in attesa della costruzione del nuovo fabbricato che doveva essere edificato accanto sacrificando parte del giardino della villa e snaturando l’assetto originario dell’edificio.
Nonostante le evidenti pesanti alterazioni subite nel novecento, i pregi di questo palazzo di villa meriterebbero una più alta considerazione dalle istituzioni e una sapiente quanto necessaria riqualificazione.
Lorenzo Bisio