Gatti e Misfatti – 3) A cena con Ada: Storie di condominio
-GATTI E MISFATTI-
Racconto a puntate di Pier Guido Quartero
3) A CENA CON ADA: STORIE DI CONDOMINIO
-Buona questa minestra!- Ada sembrava veramente apprezzare gli sforzi di Peo –Cosa ci hai messo?
-E’ una ricetta terra-mare. Poco scalogno soffritto e peperoncino, bietole sminuzzate, un po’ di pomodoro e vino bianco. Ci aggiungi l’acqua delle vongole che hai già fatto aprire, butti la pasta e alla fine aggiungi le vongole e i fagioli. Il profumo particolare, dato che sei una maga delle spezie, dovresti indovinarlo tu…
-Curry.
-E brava. Ci hai azzeccato. Ma ora finiscimi questa storia del condominio…
Fin dal momento del suo arrivo, Ada si era sfogata con l’amico per le difficoltà di relazione che incontrava con alcuni altri condomini. Due in particolare la innervosivano: il Dott. Peragallo e l’Avvocatessa Tracchi.
-Capisci? Questo Peragallo pretende che si tenga sempre il portone aperto, perché dice che i suoi clienti vivono la porta chiusa come un ostacolo e si rifiutano di entrare… Va bene che è un neuropsichiatra e i suoi clienti avranno anche dei problemi, ma a me sembra proprio grossa. Qui nel centro storico a tenere il portone aperto il rischio di visite indesiderate è alto… E poi pretende che ci sia la luce accesa nelle scale tutto il giorno: ci sono i pulsanti per accenderla… E il bello è che di sera invece sta spenta…
-Quindi luce accesa quando è giorno e spenta quando è buio eh? Originale!
-Lui i clienti li ha di giorno e di aver luce nelle scale più tardi non gliene importa niente… Pensa solo a quello che serve a lui… E quell’altra Tracchi-a dell’Avvocata gli va dietro… L’anno scorso mi sono fatta dare tutte le deleghe dagli altri condomini e ho fatto approvare a maggioranza che il portone doveva stare chiuso, ma non c’è stato verso: quelli quando arrivano lo aprono e non c’è niente da fare.
-E l’amministratore?
-Il Ragionier Perotti si defila. E d’altra parte cosa potrebbe fare? Passare la giornata nel portone a fare la guardia? Poi lui sta con chi è più prepotente…
-Certo che è seccante…- Peo non aveva idee proprie circa l’opportunità di tenere il portone chiuso o aperto, ma sentiva il dovere di solidarizzare con l’amica.
-Seccante è dir poco. Ti giuro che quando lo incontro per le scale mi verrebbe voglia di strozzarlo.
Peo le guardò le mani. –Beh, con il lavoro che hai fatto, tutte quelle ore passate col pennello in mano, le tue mani sono abbastanza forti… Belle, eleganti, con quelle dita così slanciate, ma certamente mani che potrebbero strozzare qualcuno della stazza di Peragallo…
Il Dott. Peragallo, infatti, era un omino decisamente piccolo. Peo, che lo aveva incontrato qualche volta, non se ne era fatto una grande impressione: minuto, poco più che quarantenne, con radi capelli biondicci, la fronte bombata e un paio di grossi occhiali da miope, aveva però una voce piuttosto potente, di quelle che, nelle riunioni, sovrastano gli interlocutori.
Di solito portava abiti sportivi, di colori improbabili. Abbinava giacche gialle a quadri con pantaloni verdi. Dava l’impressione di uno che non ci teneva a non farsi notare…
L’Avvocatessa Tracchi, per parte sua, meritava il nomignolo Tracchi-a, che Ada le aveva appioppato. Piccola e tozza, con lunghi capelli scuri ed opachi, vestita prevalentemente di nero, col viso pallido e insignificante, gli era stata subito antipatica per la sua abitudine di non rispondere al saluto di chi la incontrava.
-Secondo te la Tracchia è innamorata di Peragallo?- Peo cercava di orientare la conversazione su temi pruriginosi… -Se no perché andrebbe dietro a tutte le sue cazzate?
-Dubito che possa essere così. Non mi sembra neanche in grado di innamorarsi quella, anche se una bella shakerata non le farebbe male, non dico di no…
La minestra era finita. Ora stavano mangiando un’insalata di fragole e kiwi con ricotta e marmellata d’arance. Peo versò un po’ di moscato nei bicchieri.
-Senti se ti piace, l’ho comprato a Mombaruzzo due o tre mesi fa. E’ poco alcolico e, bevuto fresco, lo trovo molto gradevole…
Ada assaggiò il liquido leggermente frizzante ed annuì, ma aveva ancora la testa alle beghe di condominio.
-Tra l’altro ultimamente qualcuno deve avermi preso di mira… Sai che ho fuori quelle due piante sul ballatoio… Ci trovo sistematicamente delle cartacce. Non ho capito se sono le donne delle pulizie, qualche bambino dei vicini, oppure se è quel matto di Peragallo o qualcuno dei suoi clienti. Lui, per rompermi le scatole, continua a dire che roba sul ballatoio non se ne deve tenere. Dal tipo che è non mi stupirei se avesse cominciato un boicottaggio diretto…
-Dai, Ada, va be’ che quel tipo di medici lì generalmente è più fuori di testa di quanto lo siano i clienti, ma che arrivi a questi punti…
-Io non lo so, ma proprio ieri mi è tornato in mente che qualche mese fa, quando ero arrivata da poco, appena ho messo le piante sul pianerottolo mi sono morte, come se fossero state bagnate troppo. Subito ho pensato che fossero le donne delle pulizie che avevano voluto essere gentili –sai che sono spesso via, e magari hanno pensato che le piante avevano bisogno di acqua- ma ora, con questo che continua a rompere, le cartacce nei vasi e tutto il resto, qualche dubbio mi viene… Comunque d’ora in poi starò più attenta: ho detto anche all’Elvira -sai, quella signora che viene a fare i lavori in casa mia- che ogni tanto ci dia un’occhiata, quando sente passare qualcuno…
Peo non era convinto: che il Peragallo fosse un tipo balzano non c’era da dubitarne, ma che si prendesse anche la briga di fare certi dispetti da bambini gli sembrava impossibile; pensò che probabilmente il temperamento fantasioso e sensibile di Ada la portava ad immaginarsi cose inesistenti. Tuttavia non insistette, per non dispiacere all’amica. Si limitò ad una breve alzata di spalle e provò a sviare il discorso.
-Gli altri condomini però mi sembrano persone per bene…
-Oh sì, io quelli dei piani di sotto non li conosco, ma la Signora Currò, quella che sta qui di fianco, è una persona gentilissima. Mi offre sempre il caffè, credo che abbia bisogno di compagnia… E poi ci sono i Cipolla, con quel cane che abbaia sempre, ma sono persone molto cortesi…
Peo conosceva i Cipolla, che abitavano di fronte a lui. Il loro cane era un pitbull tranquillissimo, malgrado la brutta fama di quella razza. Di solito scorrazzava sul terrazzo, dove depositava stronzi di dimensioni omeriche.
In qualche modo, avevano fatto amicizia. Quando entrava e usciva di casa, Brandy –questo era il nome dell’animale- lo salutava con un mugolio sommesso, cui invariabilmente lui rispondeva con un mormorio: -Buono Brandy, buono…-
Altre volte, quando la porta sul terrazzo era aperta, il cane si piazzava in posizione strategica dietro alle sbarre che separavano lo spazio dei Cipolla da quello di Peo e lo chiamava con un abbaiare breve e ripetuto. Allora lui si affacciava un momento, rispondendo, come sempre: -Buono Brandy, buono
[Continua…]