“Al fine di preservare la mia salute e la serenità della mia famiglia“, cosi inizia il comunicato dell’ing. Piero Silva reso pubblico nella serata di ieri, lunedì 15 maggio. Dimessosi nel marzo del 2021 da direttore tecnico del progetto della nuova diga foranea del porto di Genova per ragioni etico-deontologiche, l’ingegnere, professore universitario, l’ingegnere è noto per la sua posizione critica nei confronti del progetto della Nuova Diga Forranea del porto di Genova, che ha espresso sui social media e in numerose interviste, convegni e conferenze. Un esempio lo è la sua lettera aperta di 10 pagine pubblicata a inizio del mese di maggio (a questo link il documento integrale).
“Segnerà l’inizio di un incubo” è stato uno dei sui ultimi allarmi lanciati sui media riguardo la nuova diga.
Ci chiediamo come nel nostro Paese, non sia più possibile sostenere tesi, idee ed anche progetti, in contrasto con gli interessi dei grandi gruppi industriali, in contrasto con quelle che ormai stanno diventando sempre di più delle “Lobby Istituzionali” in cui la presenza della carica commissariale fornisce un potere fuori scala al Sindaco-Commissario, particolarmente quando il ruolo di Commissario viene conferito per la costruzione di quella che è la più ricca fra le opere italiane previste dal Pnnr, La diga di Genova.
E come avrebbe mai potuto resistere il buon Ing. Silva alla ferocia mediatica che gli è stata riservata. Una esperienza internazionale la sua che probabilmente purtroppo gli ha fatto dimenticare che il diritto di critica, esercitabile in tutto il mondo civile, nel nostro paese sta venendo ogni giorno meno. Ha ragione Ing. Silva nel cercare di tutelare lei e la sua famiglia, a Lei tutta la nostra solidarietà da parte del nostro giornale che fa della libertà di espressione il suo credo, noi proviamo vergogna e sdegno per la china che ha preso il nostro paese in cui diventano più importanti gli affaristi delle persone, dove la solidarietà cede ogni giorno di più spazio al cinismo, dove è più importante l’affare (di pochi) alla salute pubblica di tutti e dove il Noi viene sostituito ogni giorno di più dall’io.
Il comunicato
Al fine di preservare la mia salute e la serenità della mia famiglia, comunico di aver deciso di uscire completamente dall’ esposizione mediatica che ho avuto per 14 mesi sul tema della diga di Genova, dove ho sostenuto da sempre e coerentemente una posizione supportata da lunga esperienza e da un’analisi approfondita del progetto, ma – considerando il conflitto con tutti i poteri forti del Comune, del Porto e della Regione – troppo isolato, soprattutto sui temi tecnici, tra l’altro nel silenzio assordante dell’Università che fu la mia. Questa decisione significa che, a partire dall’ultima intervista già promessa a Primopiano mercoledì 17 maggio, non sarò più disponibile a interviste, partecipazione a convegni e assemblee, incontri con forze politiche, e che non scriverò più sul tema su Linkedin, né con altre modalità. Gli amici impegnati in sacrosante battaglie affinché lo sviluppo portuale avvenga nella partecipazione reale dei cittadini e nel loro rispetto, nel rispetto dell’ambiente e avendo come sola finalità il bene comune, sono già stati personalmente informati che continuerò con impegno immutato a mettere la mia esperienza a loro disposizione, lasciando a loro – come giusto – il ruolo di primo piano.
Redazione il PONENTINO