Libri alla Ponentina – Lettere d’amore di un sessantenne voluttuoso
Miguel Delibes “Lettere d’amore di un sessantenne voluttuoso” Ed. Passigli
Ho scoperto da poco questo scrittore, nominato in qualche altro libro forse, o in un catalogo sul web, non ricordo; la memoria è colpevole, certamente, ma anche il mio girovagare curioso e labirintico fra luoghi, virtuali e no, in cui si parla di libri; annoto il titolo e l’autore, ne approfondisco la conoscenza e dimentico la fonte. Chiudo questa premessa inutile. L’autore, Miguel Delibes (1920/2010) è un apprezzato scrittore spagnolo contemporaneo, poco conosciuto e tradotto in Italia, Dirò subito che il titolo può dare adito a qualche fraintendimento facendo pensare ad un epistolario di carattere erotico; nel testo si parla anche di erotismo, è vero, ma in modo non esteso e sempre assai elegante. Se facciamo risalire l’aggettivo voluttuoso alla sua origine latina, voluptas, ossia piacere in senso lato, allora tutto diventa chiaro, perché il sessantenne del titolo è un uomo che ama la vita e i suoi piaceri, e ce li racconta in quarantadue lettere inviate ad una signora, il cui indirizzo ha trovato fra gli annunci ‘sentimentali ‘ di una rivista. L’epistolario procede in una sola direzione, non abbiamo lettere della sua corrispondente, solo cenni di qualche argomento cui il nostro protagonista fa riferimento. Attraverso queste lettere – vergate in un linguaggio vivido e immediato, di piacevolissima lettura – il protagonista racconta la sua vita: evoca episodi della sua infanzia, il suo lavoro di giornalista al tempo del franchismo, descrive i suoi gusti alimentari, esprime opinioni su fatti di costume, confessa sentimenti e speranze in un crescendo nel quale le lettere di amicizia si trasformano in lettere d’amore, appassionate, ma delicate allo stesso tempo, fino all’epilogo che naturalmente non svelerò. Un libro che si fa apprezzare per la forma narrativa ( io amo molto il racconto epistolare), per il linguaggio elegante, ma non ricercato, per la storia e le vicende private e no, che si dipanano attraverso queste eloquenti missive, per la capacità dell’autore di darci un ritratto psicologico approfondito e affettuoso di quest’uomo per il quale il lettore non può fare a meno di provare simpatia.