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Libri alla Ponentina – Le menzogne della notte

Gesualdo Bufalino “Le menzogne della notte” Ed.Bompiani

 Gesualdo Bufalino (1920-1996), per una biografia esauriente e appassionata rimando a questo articolo del libraio https://www.illibraio.it/news/dautore/gesualdo-bufalino-1300454/

Il libro: uscito nel 1998 vinse il Premio Strega, vi consiglio di fare un rapido confronto con i vincitori degli ultimi anni.

La storia si svolge in un anno non precisato, ma antecedente all’unità d’Italia, il luogo una inaccessibile fortezza a picco sul mare, tormentata dai marosi, presumibilmente nel Regno di Napoli. I personaggi quattro condannati a morte per attività sovversive, un brigante, ugualmente destinato alla pena capitale e il governatore della fortezza.

È la notte precedente l’esecuzione che avverrà tramite ghigliottina, i cinque la passano in veglia; su proposta del brigante ciascuno di loro racconterà la propria vita e la causa che li ha condotti alla prigione. Il comandante della fortezza fa ai quattro una proposta; se almeno uno di loro farà il nome del loro capo, dal blasfemo soprannome di Padreterno, tutti avranno salva la vita. Dovranno alle cinque scrivere la loro decisione segretamente, una croce per il rifiuto o il nome, su un foglio che finirà in una cassettina sigillata. L’epilogo è davvero sorprendente, uno scioglimento di natura paradossale, che non rivelerò. La storia, strutturata nel classico schema a cornice, è avvincente, ma non eccezionale; ciò che giganteggia in questo romanzo è la lingua: ridondante, barocca, metaforica, anticheggiante, amaramente ironica, poesia in prosa, musicale come una cantata, un godimento dell’intelletto che richiede però da parte del lettore un certo impegno. Anche i personaggi sono di una grandezza degna dei grandi tragici greci, non a caso vista la vasta e profonda cultura dell’autore che sparge qua è là senza parere rimandi ad altre opere ( non sono certa di averli colti tutti). Poche pagine intense che si fanno beffe dei tomi monumentali di certi autori stravenduti, il vero scrittore sa evocare mondi senza sprechi di parole.