Questo uno dei temi toccati durante la conferenza organizzata dal Circolo Sopranzi e il PONENTINO, in collaborazione con CUP ed Eco Istituto Regio Emilia e Genova
Di Iris Alemano
Farsi un’idea, o meglio: dare autenticità e dunque forza ad una posizione che esprimiamo e che vogliamo condividere.
Questa è la premessa alla scelta effettuata dal Circolo Culturale Sopranzi insieme al Centro Universitario del Ponente nell’organizzare sabato 27 maggio nel salone degli Argonauti del Museo Navale di Pegli l’incontro con il dott. Federico Valerio.
Le progettualità avviate sulla Città hanno spinto molti di noi in piazza a dire no, per esempio, alla possibile costruzione dei cassoni nel Porto di Prà, disattendendo accordi storici ma mai superati nella loro necessità.
Tuttavia, per non essere faziosi e gregari, bisogna sempre avere informazioni provenienti da più fonti e cercare di scovare filoni autentici che possano sostenere le nostre scelte ed essere partigiani di autentica Cittadinanza Attiva.
Con “Le sentinelle dell’aria”, titolo della conferenza, di fronte ad una sala numerosa, partecipata e attenta fino alle ultimissime battute strappate al Relatore, prodigo di dati comprovati e mai tendenti alla esasperazione interpretativa, abbiamo potuto constatare in modo chiaro e inequivocabile che nelle scelte di sostenibilità ambientale giochiamo tutti una partita irrinunciabile.
Combustioni industriali e casalinghe, fumi e polveri sottili modificano la qualità dell’aria che respiriamo: dalla nave in porto, al fumo delle sigarette, al godurioso ma non meno imputabile barbecue domestico, tutto modifica l’assetto della composizione di quanto inaliamo. E le conseguenze, ormai accertate e inconfutabili, indicano correlazione significativa con l’aumento di malattie respiratorie, cardio vascolari e oncologiche.
Responsabilità politiche e responsabilità individuali: chiarissimo il Dot. Valerio quando, nel relazionare risultati ottenuti da monitoraggi effettuati con la collaborazione di alcune istituti scolastici cittadini, ha evidenziato le tanto preoccupanti e causali scelte dell’amministratore pubblico e dell’imprenditore privato quanto gli stili di vita in famiglia, nel fumare in casa, ad esempio, nel gestire in modo superficiale l’uso della cappa domestica, nell’utilizzo indiscriminato dell’auto privata per effettuare anche brevi spostamenti.
Tutto incide, tutto ha un nesso, una concatenazione logica: ogni atto, piccolo o grande che sia genera conseguenze di cui risponde alla propria coscienza e, ancor più, ad una coscienza collettiva che rappresenta e della quale dovrebbe avere rispetto, cura e lungimiranza:
Il condizionale è d’obbligo visto alcune modalità di gestione della cosa pubblica a livello nazionale e cittadino. E il pubblico, in ascolto attivo, sollecitatore di quesiti e alla ricerca di giustificazioni attendibili, vista l’indiscussa competenza e professionalità del relatore, hanno agganciato al tema dell’inquinamento dell’aria le imminenti progettualità a livello cittadino: l’allungamento della diga e la costruzione dei suoi cassoni nell’area portuale di Prà sono immediatamente stati richiamati così come lo stazionamento in attività nelle aree portuali e prospicienti la Citta della navi con emissioni copiose di fumi. E poi i nodi del traffico in aree ad alta incidenza scolastica, i rumori incessanti delle banchine in attesa di una elettrificazione
Eventi già testati dalle centraline posizionate dalla Rete dell’Eco Istituto Reggio Emilia e Genova talvolta affiancate a quelle di Arpal che, spesso insieme, hanno certificato quanto avviene intorno a noi, quanto entra nei nostri polmoni, quanto rimane soprattutto marcatore indelebile e causa scatenante di reazioni allergiche, nei casi meno invasivi, ma pur sempre invalidanti la nostra salute.
Lamentiamo una Città fatta di anziani e una denatalità preoccupante: e, infatti, non si investe in servizi per l’infanzia e il sostegno alla genitorialità e altresì, non ci si occupa in modo rispettoso del dettato costituzionale tutelante la salute pubblica e la sua gestione, compiendo scelte di Sanità pubblica irriguardose nei confronti di chi ne ha bisogno, in condizione di fragilità, e di chi ci lavora con dedizione e fatica e, aggiungo, frustrazione per l’illusione buonista post pandemia.
Scelte della città, scelte nella nostra vita: chi decide per noi, Sindaco in testa, non può appellarsi al ritornello della necessità occupazionale e reddituale insita in qualche nave da crociera o mercantile in più.
Non possiamo richiamarci storicamente alle scelte post belliche con la devastazione di buona parte della costa genovese per l’insediamento siderurgico in necessità di acciaio, ricostruzione e posti di lavoro. Con il senno di poi non ci si fa niente: ma con la capacità di vedere oltre, in modo autentico e veramente degno della tutela del Bene comune si può fare molto. Consulenze oneste e dati scientifici di respiro cronologico adeguato possono essere abbinati alla capacità di progettare coerentemente e, aggiungo, anche con una certa forza immaginativa. Il che non vuol dire sognare una teleferica dal porto ai forti o un ponte su una faglia sismica: “il tutto e subito, qualcuno poi se ne occuperà.”
Tutto questo non funziona più, non può funzionare più: il ponte Morandi non ci ha insegnato niente?
Iris Alemano
Presidente Circolo Culturale Norberto Sopranzi Genova Pegli