Silvia Bencivelli “Sospettosi. Noi e i nostri dubbi sulla scienza”. ed Einaudi
“Gli uomini hanno cominciato a filosofare, ora come in origine, a causa della meraviglia” (Aristotele, Metafisica) e dalla meraviglia scaturisce la domanda più importante che l’uomo si pone: Perché? Quella da cui nasce la scienza ed ogni forma di sapere fondato sulla ragione, sui fatti e sull’esperienza condivisa. La scienza tuttavia non è materia facile, spesso è controintuitiva, urta il senso comune (v. teoria eliocentrica); per questo noi lettori curiosi, ma che scienziati non siamo, abbiamo bisogno di qualcuno che la scienza la mastichi per noi e ci imbocchi come fanno le mamme uccello con i pulcini. Questo fanno i bravi divulgatori, e per fortuna ne abbiamo molti, fra questi uno dei miei preferiti è Silvia Bencivelli che che seguo attraverso i suoi libri e le sue conferenze sul web. Numerosi sono i perché? della scienza che l’autrice chiarisce per noi nel suo testo, tutti di grande attualità e interesse, ma quello a mio avviso più coinvolgente è questo: perché molte persone, manifestano atteggiamenti fieramente antiscientifici e preferiscono affidarsi (soprattutto in campo sanitario) a teorie e pratiche prive di fondamento, spesso propugnate da persone prive di competenze professionali? Confesso che le mie reazioni verso queste persone sono spesso “vivaci” e poco caritatevoli, sentimenti che anche la Bencivelli ha provato ma – e qui sta il vero spirito scientifico – ha superato appunto con l’umile perché? del ricercatore, che non giudica, ma cerca di capire. Questo il pregio di questo libro che si muove nel mondo reale e concreto delle persone, scienziati e gente qualunque, cercando di penetrare le ragioni profonde del loro agire e del loro credere, quantunque a volte diametralmente opposte. Per finire è da segnalare la concezione non dogmatica della scienza, attività umana suscettibile di errori e purtroppo anche di frodi, ma contenente nella sua comunità gli strumenti per autocorreggersi.