Sylvain Maréchal “Progetto di legge per vietare alle donne di imparare a leggere” Ed. Archinto
1801 Sylvain Marechal presenta un progetto di legge “… per vietare alle donne di imparare a leggere”
Bieco oscurantista, vergogna! No, questo insigne studioso è un illuminista appassionato, e convinto di agire secondo i precetti della ragione e nel supremo interesse della società.
Il testo, argomentato con sapiente linguaggio giuridico, gradevole alla lettura, si rivela, frase dopo frase, nello svolgimento di premesse e deduzioni, di una comicità irresistibile e paradossale, che rasenta il delirio e, ça va sans dire, del tutto involontaria. Il lettore, disorientato, viene indotto a pensare di trovarsi di fronte ad un ad un pamphlet satirico, che voglia dire l’esatto contrario della lettera: no il buon Marechal fa sul serio, vuole veramente vietare alle donne di imparare a leggere, ed apre il progetto con questa benevola esortazione:
Se l’albero della conoscenza v’è proibito,
Serbate l’ignoranza vostra senza rimpianto alcuno,
Custodi di virtù, e fonte di piaceri;
Dedicate il tempo dello svago a innocui passatempi.
La motivazione non potrebbe essere più razionale: se l’amore onesto, la castità, la tenerezza materna, la pietà filiale, la riconoscenza per il bene ricevuto ecc., c’erano prima dell’invenzione dell’alfabeto, possono continuare ad esistere facendone a meno. Chiaro no?
Vediamo un’altra perla:
…la natura stessa, dotando le donne di una prodigiosa attitudine a parlare, sembra aver voluto risparmiare loro la preoccupazione d’imparare a leggere e scrivere. Giusto linguacciute e quindi analfabete! E come se non bastasse: … il grazioso cicaleccio femminile compenserà con gli interessi l’assenza della penna.
Non poteva mancare il riposo del guerriero:
… la società civile, nella distribuzione dei ruoli, ha assegnato quello passivo alle donne. Il confine del loro impero è la soglia della casa paterna o maritale. Lì esse regnano davvero. Lì, con le loro premure quotidiane, ristorano gli uomini dalle incombenze e le fatiche sopportate fuori casa.
Un saggio avvertimento:
…le donne le quali menano vanto di saper leggere e scrivere bene, non sono quelle che sanno amare meglio. Intelletto e talento raffreddano il cuore.
Care anobiane, lettrici accanite e compilatrici di recensioni, siete avvertite, non lamentatevi poi se i vostri uomini si allontanano da voi in cerca di compiacenti illetterate, dal grazioso cicaleccio.
E poi è cosa nota che:
una donna che scrive si crede in diritto di potersi permettere molte più cose rispetto a un’altra che conosca solo l’ago e il filo. Ragazze state al vostro posto!
Segue poi un lungo elenco dei guai che la Francia, e non solo, si sarebbe risparmiata se certe donne celebri (fra cui anche la regina Caterina) fossero state analfabete.
Non contento Monsieur afferma:
Una fanciulla che sa leggere resiste a stento alla tentazione di posare gli occhi sulle lettere d’amore di un suadente seduttore.
Quante devastazioni causano nel tenero cervello delle donne i romanzi e le opere di devozione.
Quanto è contagiosa la lettura: non appena una donna apre un libro, già si crede in condizione di scriverne uno anche lei.
Mi sembra inutile procedere con le citazioni, il senso del “Progetto” di Monsieur Marechal è chiaro. Le sue farneticazioni ad una prima lettura suscitano un sorriso, sia pure a denti stretti, ma se ci si sofferma a riflettere non possiamo fare a meno di considerare che, se esso fu presentato, era perché queste idee non erano del tutto estranee fra gli intellettuali e nell’opinione pubblica, magari senza il coraggio di una pubblica esposizione; l’autore almeno ci ha messo la faccia, consentendoci ora di sbeffeggiarlo. Tuttavia leggendo per intero il testo non possiamo fare a meno di chiederci: ma siamo proprio sicuri che questi nobili pensieri non abbiano lasciato qualche traccia nella mentalità del XXI secolo
Una osservazione: nelle note il curatore del testo fornisce tutti i dati delle donne più o meno celebri citate come cattivi esempi a causa della loro cultura.