Con la rubrica “il mondo in città” si vogliono raccontare i fatti dalle varie regioni del nostro pianeta che sono rilevanti per noi genovesi, italiani. Sia che ci troviamo sotto la lanterna o altrove, come nel mio caso che scrivo da Bruxelles.
Alberto Spatola
Lontano Oriente – Diritti LGBTQ+ in Asia
Giugno è il mese del Pride, per via di una protesta a New York: uno scontro, nel 1969 tra i frequentatori dei locali gay di Stonewall e la polizia.
Un momento immortalato da una sola foto, ma che aprì la strada a decenni di lotte per i diritti della comunità LGBTQ+ e che viene onorato ogni anno da milioni di partecipanti ai Pride in tutto il mondo.
Per quanto la bandiera arcobaleno sia ormai un simbolo universale, l’Asia, da lontano, può sembrare estranea a questo fenomeno. Eppure il continente più popoloso al mondo ha molto da dire anche su questo argomento.
Partiamo dal paese più popoloso d’Asia: l’India ci racconta una storia di progresso e crescente tolleranza.
In India si attende una decisione della Corte Suprema per legalizzare il matrimonio egualitario . Già nel 2018 fu la Corte Suprema indiana che cancellò la legge che criminalizzava i rapporti gay con fino a 10 anni di carcere, una legge scritta e imposta durante l’era coloniale.
La possibile svolta dietro l’angolo, e l’importante decriminalizzazione di ormai 5 anni fa, hanno cambiato radicalmente la società indiana nel suo atteggiamento verso la comunità LGBTQ+, ma ancor di più hanno fatto i social media e Bollywood, il cinema indiano, in cui tra le musiche, gli effetti speciali e le storie d’amore hanno fatto capolino protagonisti e personaggi omosessuali.
Diverse coppie gay stanno quindi facendo ricorso alla Corte Suprema consapevoli che se la decriminalizzazione del 2018 aprì le porte a molti “coming out” senza la minaccia del carcere, oggi la battaglia per il matrimonio egualitario è sostenuta da grandi porzioni della popolazione, anche se nelle zone rurali c’è ancora dello scetticismo, conservatorismo.
Il governo incarna questo conservatorismo dell’India profonda, e anche se si dice fermamente contrario all’ipotesi del matrimonio gay, sembra pronto a lasciar fare, aspettando di capire quanto forte e veloce sarà l’emancipazione della società indiana dalle leggi e i costumi imposti dai colonizzatori inglesi, i quali arrivarono in India armati, tra altre cose, delle rigide norme della Regina Vittoria.
In maniera simile all’India, il progresso si sta lentamente affacciando in Singapore, dove recentemente è stata abolita la legge che criminalizzava i rapporti sessuali tra uomini. Anche se in realtà la legge non era applicata da ormai molti anni, si trattava di una spada di Damocle sulla comunità LGBTQ+ che suonava tra il minaccioso e l’ipocrita.
La legge che criminalizzava i rapporti sessuali tra uomini era anche in Singapore diretta espressione del codice coloniale inglese, un retaggio che però è stato abolito per via politica e non giudiziaria come in India.
Così la decriminalizzazione delle relazioni gay è arrivata a una condizione: sulla Costituzione sarà scritto chiaramente che il matrimonio egualitario, in Singapore, non s’ha da fare.
Così nella piccola e ricchissima nazione del sud est asiatico l’aria si è fatta assai più leggera per molti uomini gay, ma il futuro risulta assai meno colorato rispetto alle bandiere arcobaleno che hanno sventolato sul finire dello scorso Novembre quando smisero “d’essere illegali” .
Al momento però il solo territorio in tutta l’Asia in cui è previsto il matrimonio egualitario è l’isola di Taipei (Taiwan). È dal 2019 che sull’isola è possibile sposarsi per coppie dello stesso sesso, e da Maggio di questo anno tutte le coppie hanno anche il pieno diritto all’adozione.
Inizialmente il matrimonio poteva essere soltanto tra taiwanesi o cittadini di paesi in cui è previsto il matrimonio gay, dal 2023 anche questa limitazione è venuta meno, con l’eccezione della Cina: i matrimoni dei cittadini cinesi devono essere registrati prima in Cina che a Taipei.
Anche così l’isola ribelle, giusto di fronte alla Repubblica Popolare Cinese, da forma alla sua identità e si distingue per democrazia e libertà rispetto al potente e minaccioso vicino.
Questi sono tre esempi di come la storia di avanzamento dei diritti civili che riteniamo, troppo spesso, esclusiva occidentale, sia in realtà più complessa: un tempo era l’Occidente che colonizzando applicava al mondo leggi e visioni rigide della società e dei rapporti tra persone, oggi sono tanti e diversi i paesi che avanzano sul tema seppure a velocità differenti.
Forse qualcuno può trovarsi a disagio a considerare “progresso” o “avanzamento” la battaglia per il matrimonio egualitario, perché considera il mondo LGBTQ+ qualcosa da rispettare, ma non un modello da prendere.
Però il Pride e le sue bandiere arcobaleno sono proprio l’inverso dell’imposizione di modelli, ma un gioioso invito a costruire società in cui si celebrano le differenze.
Lo stanno capendo le mamme e i padri indiani che non rigettano i figli e le figlie che si dichiarano omosessuali, ma anzi li accolgono e li amano ancora di più. Un amore che, si spera, presto si farà festa, grazie alla possibile storica decisione della Corte Suprema per il matrimonio egualitario in India, il paese più popoloso al mondo.
Alberto Spatola
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