“Son zeneize, riso ræo, strenzo i denti e parlo ciæo“: abbiamo preso spunto da questo motto, che riassume molte delle caratteristiche dei genovesi, per dare un titolo alla nostra rubrica di satira. “Sono genovese, rido di rado, stringo i denti e parlo chiaro“, questa la traduzione letterale in italiano e questo vuole essere questa rubrica che attraverso il sorriso, spesso amaro, della satira vuole parlare chiaro, magari a denti stretti
Deserto Ducale
Gian Paolo Sacco
Sarà un’impressione ma il programma estivo di Palazzo Ducale è piuttosto povero. Mai come negli ultimi anni che io ricordi. Sarà perché bisognava lasciare l’attenzione solo all’orgia sfrenata dell’Ocean Race…. Al netto di mercatini, mercatoni, vintage kilosale, proiezioni e tanti piccoli eventi marginali il Palazzone è un deserto. ManRay prorogato a forza per tutta l’estate, Letizia Battaglia, poverina ormai da morta persino inflazionata e 5 minuti con i covoni di Van Gogh. Magari almeno chiamare il format “uno shottino con il pittore pazzo”. Il piatto piange. Va beh ci sono Palazzo Rosso, Bianco, Reale e tutti i Rolli di questo mondo direte. Vero, come è vero che è sede irrinunciabile della Storia in Piazza eccetera. Epperò la temporanea d’estate manca. Archiviato Rubens, non eccelso nè di tendenza, si avverte il vuoto. I turisti da Matteotti tirano su alla Casa di Colombo. Manco entrano a Palazzo Ducale. E lo evitano persino da De Ferrari! Che dice l’Assessore alla Cultura? Oppure, visto che non esiste, combinazione, che ne pensa il Sottosegretario Sgarbi che spesso bazzica a Genova per motivi di varia natura….?
A proposito di bellezza femminile, che ci porti almeno la Venere del Botticelli che poi sappiamo essere la genovese Simonetta Cattaneo Vespucci.
La mostra clou è da fare sicuramente in un’altra stagione per attrarre turismo in continuità? Certo ma almeno giochiamoci un livello medio!
Abbiamo il Novecento ragazzi!
Almeno dite qualcosa di Destra!
Una mostra di armi nel Munizioniere!
Un futurista di grido, Sironi, arte fascista a Genova…
Meglio che un desolante chiuso per ferie…
Gian Paolo Sacco