Federico Garcia Lorca “Sonetti dell’amore oscuro” Ed.Garzanti
Rimasti fra le carte del poeta per decenni, questi sonetti sono stati pubblicati solo nel 1984. Definiti dallo stesso poeta “dell’amore oscuro”, che ha comunque un suo senso profondo, sono frettolosamente classificati come omoerotici, la stessa presentazione parla di “eros diverso”, definizione questa che sfiorerebbe il ridicolo se non fosse offensiva. Queste sono semplicemente poesie d’amore, intense, talora strazianti, appassionate, sensuali, quale che ne sia l’oggetto. L’amore che pure si declina in mille modi è sempre uno, e beato chi ce l’ha.
Sonetto del dolce lamento
Ho il timore di perdere il prodigio
dei tuoi occhi di statua e la cadenza
che mi posa di notte sulla guancia
la solitaria rosa del respiro.
Ho l’angoscia ch’io sia su questo lembo
un tronco spoglio, e ciò che più m’accora
è che non abbia argilla, polpa o fiore
Se mai sei tu il mio tesoro occulto,
se il cane sono io del tuo dominio,
fa’ che non perda quello che ho raggiunto,
e le acque del tuo fiume pavesa
con foglie dell’autunno mio in delirio.
Notte dell’amore insonne
Su per la notte io e te, la luna piena,
tu che ridevi, io a piangere mi misi.
Un dio era il tuo sprezzo, ed i sospiri
miei colombe e attimi in catene.
Giù per la notte io e te. Cristallo e pena,
piangevi in fondi abissi, tu. Le mie
angosce erano un gruppo di agonie
sul tuo cuore di sabbia, così tenue.
Ci ricongiunse sopra il letto l’alba,
le bocche sulla gelida sorgiva
di un sangue che dilaga ininterrotto.
E il sole entrò per la chiusa veranda
e aprì i rami il corallo della vita
sopra il mio cuore in un sudario avvolto.