Con la rubrica “il mondo in città” si vogliono raccontare i fatti dalle varie regioni del nostro pianeta che sono rilevanti per noi genovesi, italiani. Sia che ci troviamo sotto la lanterna o altrove, come nel mio caso che scrivo da Bruxelles.
Alberto Spatola
Europa
L’UE si divide sull’ambiente
In meno di un anno ci saranno le elezioni per il Parlamento Europeo e un tema su cui la politica europea potrebbe dividersi e darsi battaglia, più di ogni altro, è l’ambiente.
Questa spaccatura, tra pro e contro le politiche ambientali, è una buona e una cattiva notizia al tempo stesso. Starà al nostro voto e alle scelte dei governi far sì che prevalgano le migliori intenzioni.
Facciamo però un passo indietro, più esattamente al 12 Luglio a Strasburgo. Come ogni mese i Parlamentari Europei si spostarono nella città francese di confine, per discutere in plenaria. Ma se normalmente il voto in plenaria è una formalità, perché già si conosce la posizione dei gruppi politici, quel giorno la suspense era dentro e fuori dall’aula, e infatti il voto fu sul filo del rasoio[1].
In discussione c’era la legge sul ripristino della natura, per gli amici “Nature Restoration Law”.
A livello mondiale, tutti i paesi si sono ripromessi di proteggere un terzo dei propri mari e delle proprie terre entro il 2030.
L’Unione Europea intende proteggere il 20% del proprio territorio, attraverso l’espansione dei suoi parchi e supportando pratiche agricole più sostenibili: il Parlamento Europeo si è diviso su questa proposta con 312 contro e 324 a favore.
La Nature Restoration Law è passata quindi, ma dividendo la politica e la società.
A Strasburgo, fuori dal Parlamento Europeo c’era Greta Thunberg, a favore della legge, e alcuni agricoltori, soprattutto delle grandi agri-business, con i loro trattori contro la legge.
Nel frattempo, in plenaria, chi era contro la legge indicava il Vice Presidente della Commissione, il laburista dei Paesi Bassi, Frans Timmermans come l’artefice di una legge da abbattere; mentre, chi favorevole alla Nature Restoration Law, puntava il dito contro il Cristiano Sociale Bavarese, e a capo del Partito Popolare Europeo, Manfred Weber, per il suo tentativo di affondare la legge, nonostante sia a capo del principale gruppo di maggioranza nel Parlamento Europeo.
Per molti, si tratta di due sconosciuti, qualcuno direbbe i soliti burocrati di Bruxelles. Eppure, il futuro delle politiche ambientali, e quindi agricole, industriali, economiche etc. passa dalla frattura che si sta creando nella politica europea, attorno a queste due figure e la loro visione per l’Europa.
Frans Timmermans, sta abbandonando dopo 9 anni la Commissione Europea (possiamo dire il Governo dell’UE) per unire nei suoi Paesi Bassi le forze ambientaliste e di sinistra verso le prossime elezioni che danno, per il momento, come più probabile vincitore, il Movimento Civico Contadino il quale si oppone soprattutto alle regole ambientali domestiche ed europee. Dall’altro lato Manfred Weber, il quale sta cercando di trovare un terreno comune con almeno parte dell’estrema destra, per creare una nuova maggioranza tra i popolari europei (in Italia rappresentati da Forza Italia) e i cosiddetti “Conservatori e Riformisti” guidati dalla nostra Presidente del Consiglio Giorgia Meloni: se l’immigrazione è già un punto d’incontro, l’intenzione è ora di unire queste destre contro le politiche ambientali.
Per anni abbiamo pensato che l’ambiente potesse divenire l’argomento su cui la politica e le nostre società potessero unirsi e trovare accordo, mentre adesso, che stiamo timidamente entrando nel vivo della discussione e della implementazione di alcune politiche, ci si spacca e ci si scontra.
In linea di principio una larghissima maggioranza della popolazione è d’accordo nell’affrontare il cambiamento climatico, ma una potente, ampia minoranza, è contraria a tutto ciò che consista in una trasformazione degli stili di vita.
La destra estrema è pronta a cavalcare questo sentimento e a usarlo come collante.
Alla maggioranza invece che invece vuole una trasformazione ecologica, anche una profonda e radicale, a patto che sia equa, resta la difficoltà di unirsi.
Però nel frattempo la buona notizia è che l’ambiente non è più in fondo alla classifica delle priorità, si trova invece, almeno a livello europeo, in prima posizione. Sta a noi, e alla politica saper votare e agire perché non si perda questa occasione.
Alberto Spatola
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