Edoardo Boncinelli “Contro il sacro” Ed. Rizzoli
Il titolo parla chiaro, il nome dell’autore anche: scienziato – fisico e poi genetista – uomo di grande cultura umanistica, generoso divulgatore in difesa del pensiero scientifico e razionale; ha scritto una grande quantità di libri di scienza, tutti accessibili anche ai non specialisti, ma anche di argomento letterario; su youTube sono presenti numerosissime sue conferenze.
Non mi dilungo ma lascio un link per chi volesse saperne di più: https://it.wikipedia.org/wiki/Edoardo_Boncinelli
Il testo tratta in maniera rigorosa e argomentata il tema del sacro come generatore di dogmi e fondamentalismi indiscutibili, e dell’intolleranza – tristemente nota nella storia – che ne consegue.
Cito dal testo.
Il sentimento del sacro è universale, in virtù di un certo numero di funzioni positive che esercita – e soprattutto ha esercitato in passato – nei gruppi sociali umani più ristretti o più estesi. Come tutto in noi, ha una radice biologica e uno sviluppo eminentemente culturale. La sua diffusione nel tempo e nello spazio ne certifica l’importanza e la quasi insostituibilità; ciò non significa tuttavia che debba essere accettato, se non giustificato, senza discussione […] Quella che poteva essere una sua preziosa funzione di aggregazione rischia spesso in questo modo di risolversi in un rovinoso ruolo disaggregante, quando non deflagrante. Quella che era una maniera di agevolare una sollecita presa di decisioni rischia di divenire un ostacolo insormontabile al dialogo e alla pianificazione sociale. interconnesso. […] Dove conta l’immediatezza e l’emotività, la natura aprioristica del sacro è benvenuta; è però vero il contrario quando acquistano valore la discussione e la razionalità. […] La capacità di un ragionamento di essere consequenziale e non troppo partigiano. […]Ma si può vivere di sola razionalità? Si direbbe di no. Occorre anche una certa dose, magari non secondaria, di irrazionalità. Il problema non è, a mio giudizio, quello di sopprimere l’irrazionalità – non si può –, ma di evitare di ricorrere alla falsa razionalità, cioè a una razionalità che non è tale. […] Si può vivere senza il sentimento del sacro, allora? Ciascuno di noi crede in qualcosa e lo assume praticamente come sacro; il punto è che possiamo coltivare un qualcosa di sacro, purché sia stato scelto come sacro da noi e, soprattutto, a posteriori. Ciò è probabilmente lecito; è l’assunzione del sacro apriori che non va.