Anna Banti “La camicia bruciata” Ed. Mondadori
Anna Banti, una scrittrice del Novecento che mi piace sollevare dall’ingiusto oblio in cui è caduta. La storia è quella di Marguerite Louise d’Orleans sposa di Cosimo III de’ Medici, che si consuma a partire dall’anno 1660. Le biografie della Banti, sono storicamente ben documentate, da scrittrice colta e seria qual era, ma hanno una caratteristica peculiare che incanta il lettore: una narrazione dialogante fra chi scrive e il personaggio descritto. Con sensibilità tutta femminile, nel senso più elevato, grazie anche alle accurate ricerche di documenti personali, la Banti riesce a penetrare nei reconditi recessi dei pensieri, delle emozioni e delle aspirazioni di questa giovinetta, di famiglia reale, cugina di Luigi XIV, ma povera di mezzi, che sogna sia un matrimonio prestigioso che l’amore, due cose, date le politiche matrimoniali e dinastiche, non conciliabili. Finisce, riluttante sposa, del bigotto Cosimo de’ Medici, ben diverso dal suo illustre antenato Lorenzo. Ribelle, inquieta, affetta da un bovarismo ante litteram, mal si adatta alla claustrofobica corte fiorentina, dove è osteggiata dalla famiglia e dalle dame. La figura di Marguerite, che la sua biografa illumina in tutte le sue sfaccettature, si muove sullo sfondo disegnato con precisione e dovizia di particolari fra le corti di Francia e Italia, fra una folla di personaggi, di contorno, vividi e palpitanti tuttavia. Ultima notazione: il linguaggio di elevato registro si adatta perfettamente all’ambiente e alla storia, un altro piacere che si aggiunge al godimento della narrazione degli eventi. Inutile dire che siamo lontano anni luce dai cosiddetti romanzi storici di consumo che oggi riscuotono tanto successo. Si tratta di un testo impegnativo, che richiede pazienza e attenzione, non portatelo sotto l’ombrellone.