Ampliamento del porto di Pra’. La replica dei comitati alle dichiarazioni del Presidente dei terminalisti di Genova
Sul sito web di Comitato Palmaro dure reazioni all’intervista a Beppe Costa pubblicata sul Secolo XIX
“Le recenti dichiarazioni del presidente dei terminalisti di Genova, Beppe Costa, riportate dal Secolo XIX, hanno scatenato indignazione e rabbia tra i cittadini che amano la loro città e il territorio circostante. Costa sostiene che il porto di Genova debba dare spazio ai passeggeri e ampliarsi a Prà con il nuovo piano regolatore portuale. Tuttavia, queste affermazioni sollevano numerose preoccupazioni che non possono essere ignorate.”
Così si legge sul sito del Comitato Palmaro. Le dichiarazioni in questione sono quelle riportate nell’intervista a Beppe Costa rilasciata al Secolo XIX nei giorni scorsi. Del resto il titolo stesso del pezzo lascia pochi dubbi su ciò che pensa il presidente dei terminalisti di Genova: <<Porto di Genova, ora il piano regolatore. Spazio ai passeggieri e ampliamento a Pra>>.
“L’ampliamento del Terminal di Pra’ consentirebbe di liberare la Calata Sanità dai container e ampliare le attività per le navi passeggere, quindi le crociere e i traghetti” ha dichiarato tra le altre cose Beppe Costa.
Ed è soprattutto a queste parole che si deve la reazione di Comitato Palmaro, condivisa dal resto dei Comitati del Ponente Uniti.
Continua il comitato:
“Prima di tutto, l’arroganza con cui sembra dare per scontato che il piano regolatore portuale sarà approvato come se fosse già stato scolpito nella pietra è semplicemente inaccettabile. Il fatto che il piano sia ancora in bozza dovrebbe richiedere una maggiore apertura al dialogo e alla partecipazione pubblica, invece di sminuire qualsiasi forma di opposizione. Le decisioni che influenzano la vita dei cittadini devono essere prese con la massima trasparenza e coinvolgimento.”
E prosegue:
“È altresì intollerabile l’atteggiamento che suggerisce che il porto debba servire esclusivamente gli interessi degli armatori e dei terminalisti, mentre si tralasciano le esigenze e i desideri della comunità locale. Il piano regolatore portuale dovrebbe rappresentare un equilibrio tra varie parti interessate, garantendo che il benessere dei cittadini non venga sacrificato sull’altare del profitto aziendale. L’idea di espandere il porto a discapito dell’area di Prà è una minaccia diretta all’ambiente e alla qualità della vita dei cittadini. La presunta volontà di “tombare” e “cementificare” parte del territorio è un affronto alla bellezza naturale e alla storia di Genova. I residenti hanno il diritto di vivere in un ambiente sano e piacevole, e nessun piano di sviluppo dovrebbe mettere a repentaglio questa prerogativa. La reazione dei cittadini non potrebbe essere più chiara: il loro territorio non è una pedina nelle mani di chi vuole spingere per interessi personali. Le voci delle persone che vivono e amano Genova devono essere ascoltate e rispettate. Se le autorità continuano a ignorare tali sentimenti, possono aspettarsi una resistenza ancor più determinata e incisiva.“
Lapidaria la conclusione del:
“In conclusione, la dichiarazione del presidente dei terminalisti è stata respinta con fermezza e passione da una comunità che non è disposta a vedere il proprio territorio saccheggiato e svenduto. È tempo che le autorità mettano da parte le loro agende personali e inizino a lavorare per il vero bene dei cittadini di Genova ed a rispettare gli accordi esistenti che mirano alla salvaguardia del territorio e della vita delle comunità locali.“