Il mondo in città – Asia orientale: Una guerra che dobbiamo evitare. Recensione
Asia orientale
– Una guerra che dobbiamo evitare. Recensione –
Un politico australiano, uno storico greco e un dirigente del Partito Comunista Cinese entrano in una stanza.
Il politico australiano dichiara che parlerà con zhengyou.
No, non è una barzelletta, zhengyou non fa ridere, ma è un concetto della tradizione cinese che indica quanto un amico possa parlare con franchezza senza rovinare la relazione.
Il politico australiano è il fu Primo Ministro laburista Kevin Rudd e il suo libro – USA – CINA Una guerra che dobbiamo evitare (Ed. Rizzoli) – è impregnato di zhengyou.
Rudd nel suo libro esprime franca amicizia, schietta e lucida fascinazione verso la Cina, la sua Storia, le sue dinamiche, il suo potenziale e la sua traiettoria.
Lo storico greco, non è uno storico qualunque, ma è il primo degli storici: Tucidide. Nella sua opera “Guerra del Peloponneso” descrive le ragioni di quella guerra in maniera assai puntuale: “fu la crescita di Atene, e la paura che essa installò in Sparta che rese quella guerra inevitabile”. La cosiddetta “Trappola di Tucidide”, quando una potenza crescente minaccia la potenza del momento, i venti di guerra iniziano a soffiare.
Kevin Rudd è, prima ancora che ex Primo Ministro Australiano, un diplomatico e uno studioso di Cina e fluente in mandarino, e quindi il titolo del suo libro, “una guerra che dobbiamo evitare” è un chiaro riferimento a Tucidide. Riusciremo a evitare la guerra tra l’emergente Cina, come fu Atene, e la, da decenni, grande potenza statunitense, Sparta dei nostri giorni?
La Storia sembra dirci che è assai difficile.
Rudd analizza la storia cinese, la cultura politica del Partito Comunista Cinese e le priorità del suo indiscusso leader Xi Jinping. Così prova a individuare una cornice entro cui lavorare nel corso di questo decennio per evitare una guerra tra Stati Uniti e Cina, di fatto, tra il mondo intero.
Il libro spende poco tempo sulla storia cinese, ma quelle pagine sono accattivanti e ricche di un’ammirazione contagiante.
Dopodiché Rudd utilizza gran parte del suo inchiostro per descrivere le dieci priorità di Xi Jinping per la Cina.
Ci si sofferma per molte pagine, inserendo nell’analisi molti aneddoti personali della sua vita da studioso, politico e diplomatico. Da lì emerge la forma mentis di Xi Jinping e più in generale della classe politica cinese. Inoltre, dall’analisi emerge chiaro come sia bene non farsi troppe illusioni: l’occidente è con Xi Jinping che dovrà confrontarsi in questo decennio poiché è ben saldo al potere.
L’unico suo punto debole è che Xi preferisce di gran lunga Marx, Confucio e Lenin all’economia, e ciò potrebbe creargli dei rischi inaspettati se la sua politica e le circostanze facessero rallentare la crescita cinese in maniera pericolosa e brutale.
Infine, l’autore, spende gli ultimi capitoli su come evitare una guerra tra le due potenze. Non è un romanzo, non spoiler, posso dirvi quale sia la sua ricetta, e mi bastano due parole: “competizione strategica”.
Molto semplicemente in occidente, e in particolare negli USA, si deve riconoscere come si debba competere con la Cina su molti aspetti e prepararsi di conseguenza.
Prepararsi a competere senza creare eccessivi attriti e concentrarsi su quegli ambiti essenziali (come il cambiamento climatico) in cui serve, invece, collaborazione.
Ricostruire perciò canali diplomatici, e fiducia un passo alla volta per uscire fuori da questi pericolosi anni ’20 indenni.
Soltanto dopo possiamo pensare a costruire una pace su basi più solide.
Al momento non manca chissà quale grande idea, magico mediatore o vitale istituzione per fermare Stati Uniti e Cina dal farsi la guerra.
Ciò che manca è la calma, l’intelligenza e la fiducia reciproca per evitare che un qualche incidente possa divenire tragedia.
Può sembrare un finale deludente per un libro, anche se non ha pretesa di essere una storia da leggere sotto l’ombrellone. Ma in realtà dopo l’amaro in bocca iniziale Kevin Rudd mi ha fatto capire quanto dinamiche che coinvolgono miliardi di vite sono in realtà ancorate dalle reazioni, ed emozioni di ognuno di noi.
La prossima volta che condividiamo una notizia, ascoltiamo il telegiornale, votiamo o interagiamo nella nostra città, chiediamoci se stiamo costruendo un mondo di fiducia reciproca o diffidenza.
In un discorso del 2015, a una conferenza TED, Rudd conclude “la prossima volta che incontri delle persone dalla Cina, invitale a sedersi con te per una conversazione. Cerca di capire da dove vengono e come pensano”.
In breve, costruiamo e auguriamoci delle schiette amicizie, 诤友 Zhengyou.