Di Antonello Rivano

Il Coordinamento dei Comitati del Ponente di Genova, con un comunicato, risponde alla lettera inviata dal Commissario Straordinario AdSP Mar Ligure Occidentale Paolo Piacenza al Presidente del Municipio VII Ponente, Ing. Guido Barbazza, e lo fa “esprimendo profondo dissenso nei confronti dell’approccio con cui sono state gestite le questioni relative allo sviluppo del territorio nel nostro Ponente“.

I Comitati proseguano sottolineando che “Il Coordinamento desidera sottolineare che non è strumentalizzato da alcun partito politico e agisce in completa autonomia per rappresentare le preoccupazioni della comunità locale

Nel comunicato si esprime la preoccupazione del Coordinamento per ciò che riguarda la costruzioni dei cassoni, sia grandi che piccoli, per la nuova diga: ” Il Coordinamento ritiene che questi cassoni non dovrebbero essere costruiti a Genova Pra’ nella zone denominata Sesto Modulo, come precedentemente previsto, soprattutto alla luce del chiaro dissenso espresso attraverso la grande manifestazione tenutasi a marzo nelle strade del Ponente

Riguardo al comportamento tenuto dalle istituzioni dopo la manifestazione si legge “Dopo la manifestazione, sono stati organizzati numerosi incontri istituzionali in cui sono state discusse diverse proposte senza che mai venisse coinvolta adeguatamente la cittadinanza, la cui opinione viene puntualmente ignorata. “

E veniamo al nodo del Cantiere logistico previsto sul sesto modulo: “Durante il consiglio municipale del 19 maggio 2023, il Sindaco Marco Bucci, l’allora Presidente dell’Autorità Portuale del Mar Ligure d’Occidente, dott. Paolo Signorini, e il Presidente della regione Liguria Giovanni Toti hanno annunciato che sul Sesto Modulo portuale di Prà sarebbe stato realizzato un cantiere logistico per la costruzione della nuova diga di Genova, al posto del cantiere per la fabbricazione dei cassoni grandi e piccoli. Tuttavia, a partire da quella data, nonostante le promesse di una risposta tempestiva da parte del Viceministro Rixi, il lavoro sul sesto modulo portuale di Prà è proseguito senza che fosse chiarita ufficialmente alla cittadinanza la reale destinazione d’uso di quell’area.”
I Comitati a fine comunicato invitano la cittadinanza venerdì 15 settembre 2023, alle ore 20.30, presso la Sala San Rocco Via Don Federico Pironi, 10 – Pra’ per un Dibattito pubblico sull’espansione portuale a Ponente, organizzato dai Comitati del Ponente Uniti

Riguardo al consiglio Municipale del 19 maggio 2023 si era espresso anche l’Ing.Piero Silva Con una lettera inviata al PONENTINO: “Piero Silva: non c’è stata sincerità su cosa comporterebbe il cantiere sul sesto modulo“.
Scriveva, tra le altre cose l’ingegnere: “Ogni cantiere di diga ha bisogno di grandi spazi, ad alto impatto ambientale (rumori, polveri, inquinamento dell’aria, congestione stradale per passaggio di camions) e questo é stato ignorato nei discorsi dei responsabili, che hanno solamente cercato di tranquillizzare (ma solo a parole) l’auditorio, senza essere sinceri su cosa sia veramente il cantiere.


Nello stesso Consiglio si parlò anche, per quanto riguarderebbe il cantiere di Pra’, di costruzione di massi guardiani, argomento non toccato nella lettera del Commissario Paolo Piacenza al Presidente del Municipio VII Ponente, cosa che potrebbe significare che tale eventualità è ancora possibile. Al riguardo Piero Silva affermava: “… i massi guardiani sono blocchi ciclopici parallelepipedi di calcestruzzo non armato posizionati ai piedi dei cassoni. Dai 50 alle 100 tonnellate ciascuno. Esigono quindi un vero e proprio cantiere con centrale di betonaggio e accosto temporaneo per le bettoline – dotate di grandi gru – che li porteranno sul sito della diga.

Nella lettera Silva, forte della sua competenza e della provata esperienza, affermava inoltre: “La mantellata della diga è costituita a 7 milioni e mezzo di tonnellate di rocce da posizionare come imbasamento dei cassoni. Queste rocce arriveranno in parte da cave della Sardegna (quindi con mezzi marittimi) ma in parte da cave liguri, quindi per camion, e qui c’è gia il primo impatto sul territorio (ignorato). Ma soprattutto le rocce, tutte, avranno bisogno di grande spazio, dell’ordine di qualche decina di ettari, per poter essere depositate, selezionate nelle diverse categorie di peso * corrispondenti nel progetto a diverse parti della mantellate * e quindi imbarcate su chiatte di diverso tipo per il trasporto e il versamento sul sito della diga In Senegal per lo stoccaggio, la selezione e l’imbarco su chiatte di 2 milioni di ton (circa un quarto che a Genova) il cantiere a terra era di 25 ettari.


In aggiunta a questo, recentemente, si è appreso che, oltre al dentino e a una parte del sesto modulo, sarà interessata anche una parte della diga, fronte Pegli Lido, per il “parcheggio” dei cassoni provenienti da Vado e in attesa di essere collocati per la costruzione della diga.

Antonello Rivano – Caporedattore il PONENTINO
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