W. H. Auden “Shorts” Ed. Adelphi
W. H. Auden non è un poeta noto, né popolare né amichevole, né sentimentale, i suoi versi sono la prova che la poesia è tale anche se non parla al cuore, ma all’intelletto; insomma un poeta per pochi. Ironico, distaccato, puntuto, si serve di queste composizioni minime, che ricordano, gli haiku, gli epigrammi o gli aforismi, per illuminare, con rapidi bagliori improvvisi, piccoli vizi, timori, malcostume individuale o collettivo, senza risparmiare le ipocrisie del potere e la sua retorica. Avviso, può lasciare i lettori un po’ perplessi.Qualche esempio.
Un uomo morto
che non ha mai causato morte ad altri
raramente si merita una statua.
I piantatori di tabacco
erano dei battisti che includevano
il fumo tra i peccati.
Sarà un solitario,
ma ogni volta che tira il chiavistello,
ultima operazione della sera,
il suo cuore esulta: «Ora nessuno
potrà mettere il becco».
La vergogna non è, quando s’invecchia,
che venga a mancare il Desiderio
(chi rimpiange qualcosa
che non gli serve più?):
è che a qualcuno bisogna pur dirlo.