CINENOSTALGIA

Una rubrica relativa alla mia cineteca del cuore: non tanto i migliori film che abbia mai visto, ma quelli che amo maggiormente, quelli, cioè, che non mi stanco di rivedere.
Riccardo Mora

GIULIA (1977)

Regia Fred ZinnemannSceneggiatura Avin Sargent

Fred Zinnemann, ebreo austriaco, musicista e avvocato, nonché appassionato di fotografia, si trasferisce negli Stati Uniti, per fare carriera nel cinema, prima dell’avvento del nazismo (per sua fortuna, perché entrambi i suoi genitori verranno assassinati nel ’38 durante l’Anschlȕss).

La sua carriera è costellata di ottimi film, fra i quali menzionerei “Mezzogiorno di fuoco”,

evidente allegoria della “caccia alle streghe” nel mondo del cinema (argomento di cui avremo modo di parlare in successive occasioni). Gran parte del merito è da riconoscere allo sceneggiatore Carl Foreman. Diventato di lì a poco “blacklisted”, cioè inserito nella lista nera di coloro che non potevano lavorare; Foreman riesce ad emigrare in Inghilterra nel ’52 e ritorna negli Stati Uniti solo nel ’75, avendo nel frattempo vinto il premio Oscar, con “Il ponte sul fiume Kwai”, da lui co-sceneggiato unitamente a Michael Wilson, altro blacklisted, senza che il  nome di entrambi venisse citato: il premio infatti verrà consegnato a Peter Boulle, autore del romanzo ed assolutamente estraneo alla sceneggiatura. La vera paternità sarà riconosciuta solo nel 1984, dopo la morte di entrambi.

Altro ottimo film è “Un uomo per tutte le stagioni”, su Tommaso Moro ed il suo rigore morale nella vicenda che lo porterà sul patibolo (anche qui molto merito è della bella sceneggiatura di Robert Bolt, autore del dramma teatrale da cui è stato tratto il film).

Quest’ultimo ha vinto il premio Oscar sia come miglior film che miglior regia così come il precedente “Da qui all’eternità”, a mio parere estremamente sopravvalutato, essendo una versione decisamente edulcorata (Deborah Kerr dovrebbe essere ninfomane ed alcolizzata) del crudo romanzo di James Jones: direi che allo sceneggiatore Daniel Taradash (inopinatamente premiato con l’Oscar!) dovremmo in questo caso attribuire buona parte del demerito.

Al termine di una carriera comunque importante e costellata di successi, nel 1976 il quasi settantenne Zinnemann dirige” Giulia”, il suo penultimo film e ultimo di grande livello.

E’ tratto, grazie ad una bellissima sceneggiatura di Alvin Sargent (premi Oscar e BAFTA, l’Oscar inglese), da uno dei racconti autobiografici contenuti in “Pentimento”, raccolta di memorie della celebre drammaturga Lilian Hellman.

Come si può vedere dalla copertina, Adelphi lo ha pubblicato unitamente a “Il tempo dei furfanti”, cronistoria delle sue esperienze davanti alla HUAC, la Commissione Camerale per le Attività Antiamericane, responsabile della “caccia alle streghe” per il settore del cinema (quella stessa alla quale il sunnominato Carl Foreman aveva rifiutato di rispondere, finendo nella “lista nera”).

Della Hellman vale peraltro la pena di leggere anche il precedente libro autobiografico “Una donna incompiuta”

Sull’attendibilità della Hellman vanno rilevate le parole della sua rivale ideologica e letteraria Mary McCarthy, che l’ha accusata di mentire sistematicamente nei suoi scritti autobiografici , ricevendone una querela, mai composta nei successivi quattro anni ed interrotta solo con la morte della Hellman.

In effetti sembrerebbe proprio che “Giulia” narri in prima persona vicende in realtà vissute da Muriel Gardiner, conoscente della Hellman: al di là della effettiva verità di quanto narrato dalla scrittrice, i suoi libri sono davvero affascinanti e meritevoli di lettura.

La vicenda di “Giulia” ruota intorno all’amicizia già adolescenziale di Lillian e Giulia, rampolla di famiglia altolocata (rispettivamente Jane Fonda e Vanessa Redgrave, chiamata dopo la rinuncia di Faye Dunaway).

Le due amiche, in età adulta, seguono percorsi diversi: mentre Giulia si reca in Europa per combattere attivamente contro il fascismo trionfante, Lillian cerca di creare il suo primo dramma teatrale, fortemente aiutata dal compagno Dashiell Hammett, il grande scrittor hard-boiled, impersonato da Jason Robards (premio Oscar, così come Vanessa Redgrave).

Hammett, se non iscritto, sicuramente simpatizzante del Partito comunista, subirà, fra il ’51 ed il ’53, un processo e due udienze di fronte alla Commissione Senatoriale per le Operazioni Governative, guidata dal famigerato Joseph McCarthy, che gli causeranno, a seguito del suo rifiuto di rispondere, sei mesi di carcere: la detenzione inciderà pesantemente sulla sua salute, già minata dalle esperienze belliche, causandone la morte pochi anni dopo.

Ritornando alla Hellman del ‘34, diventata famosa con “La calunnia” (da cui nel ’61 W. Wyler ricaverà il film “Quelle due”, con  Audrey Hepburd e Shirley McLaine).

Lillian attraverserà la Germania, compiendo una delicata e pericolosa missione a favore della resistenza antinazista. Più tardi, dopo la scoperta della sorte di Giulia, ci sarà un amaro finale con la famiglia dell’amica.

Si tratta di un film molto coinvolgente, dal forte impianto civile ed antifascista, con grandi interpreti: non solo le due protagoniste, Fonda e Redgrave, pluripremiate nei vari festival americani ed europei, ma anche e soprattutto Robards (di cui i più ricorderanno il Cheyenne di “C’era una volta il West”), che fornisce un’interpretazione di grande sobrietà al personaggio di Hammett, probabilmente il più interessante.

Fra i personaggi di contorno si noterà un’allora sconosciuta Meryl Streep, alla sua prima apparizione sullo schermo.

Il film è visibile in streaming sulla piattaforma Chili, a noleggio a €.3,99 ed in vendita a €. 8,99

https://it.chili.com/content/giulia-1977/e217a42f-d810-46f6-adbd-5a6a4d82092b

Il DVD, in versione restaurata,  è in vendita presso Feltrinelli a €.15,99.

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