“Bucci Super Commissario”: Linea Condivisa denuncia la chiusura del dibattito democratico
Gli esponenti di Linea Condivisa, Gianni Pastorino (Capogruppo Linea Condivisa – Regione Liguria), Filippo Bruzzone (Capogruppo Lista RossoVerde – Comune di Genova), e Rossella D’ Acqui (Presidente Linea Condivisa), esprimono, attraverso un comunicato, la loro profonda preoccupazione riguardo alla nomina del Sindaco Marco Bucci a Commissario per la Diga di Genova e per il tunnel subportuale.
Secondo loro, questa decisione ha di fatto chiuso le porte al dibattito cittadino basato su un confronto democratico.
“Eravamo convinti che il fascino dell’uomo forte al comando appartenesse alla storia, e invece ci ritroviamo con un Sindaco/Doge che potrà decidere in autonomia l’andamento di due delle più importanti infrastrutture non solo locali ma nazionali“, dichiara il comunicato.
I rappresentanti accusano il Sindaco Bucci di evitare il confronto con le rappresentanze territoriali, sottolineando la sua partecipazione a eventi apparentemente distanti dalle legittime preoccupazioni della comunità. “Mentre noi eravamo in piazza a tutela della salute e di un giusto sviluppo del Ponente, lui era a farsi i selfie per la focaccia più lunga del mondo, in totale sfregio delle legittime preoccupazioni della comunità che dovrebbe rappresentare“, afferma Linea Condivisa.
Il punto cruciale sollevato riguarda il controllo politico sulle decisioni relative alle due importanti opere. Affermano che “da oggi di fatto Bucci per le due opere risponde solo al Governo Meloni, tagliando fuori il Consiglio Comunale e Regionale“. Ciò comporta una mancanza di spazi per un giusto controllo politico da parte delle istituzioni locali, mettendo il Sindaco in una posizione di autonomia decisionale senza adeguata supervisione.
Il comunicato conclude con una dichiarazione di determinazione da parte di Linea Condivisa: “Fare opposizione non ci spaventa, se non sarà possibile sviluppare un vero dibattito democratico nelle sedi istituzionali, porteremo quel dibattito nelle piazze“. Questa affermazione suggerisce che, in assenza di un dialogo democratico nelle istituzioni, il confronto sarà portato direttamente alla cittadinanza attraverso manifestazioni e mobilitazioni pubbliche.