Andar per borghi e sentieri – Gita al Bric di Guana, e Rifugio Osservatorio del CAI di Bolzaneto
Di Enrico Appiani
Bella escursione col gruppo VM, in giornata limpida e tranquilla, ideale per camminare. Dal curvone che segna l’ultimo tornante sul lato nord della strada per i Piani di Praglia, m. 650 circa, si percorre un bel bosco di querce e roverelle, che presto lascia il posto a pini diradati ed erba di alta quota. La vista già spazia sull’Appennino ligure attorno a Genova e verso il levante, con una delle Alpi Apuane, forse il Sagro, che emerge appena dai contrafforti spezzini fra la val di Vara e il mare. Stupendo il mare acceso di luce brillante dietro la Guardia e il Teiolo.
Molto bello il passo Prato Leone, m. 756, il cui versante verso il lago Bruno del Gorzente è tuttavia occupato da un cantiere, con due ruspe in piena attività, non so se per manutenzione alla strada delle dighe o per infrastrutture del Terzo Valico. Per fortuna il sentiero, divenuto l’Alta Via, si mantiene sul versante sud-est, nascondendo presto il rumore del cantiere.
Con salita più decisa si giunge alla fontana Segaggin, fresca e abbondante, ottima acqua potabile con vasca opportunamente protetta da sportello con vetro e sbocco in un pozzetto facilmente accessibile. Qui va fatto un plauso al CAI di Bolzaneto, che mantiene in ottimo stato i sentieri, la segnaletica, la fonte e il rifugio Osservatorio, che si raggiunge con salita ripida ma breve dopo la fontana. I resti della teleferica ci ricordano di quando questo crinale, nella prima metà del ‘900, era animato dai cantieri per la costruzione delle dighe dei Laghi del Gorzente, che cominciano ad essere visibili subito dopo aver raggiunto il crinale spartiacque.
Lasciando a sinistra il sentiero AV verso il Taccone e il Figne, si raggiunge la vetta del Bric di Guana attraverso i prati con sassi. Il panorama ora spazia anche a nord ovest, verso il Figne, il Tobbio, il Poggio e la Costa Lavezzara, con la visione delle Alpi occidentali innevate nell’incavo fra Costa Lavezzara e Tobbio.
Il Rifugio Osservatorio è mantenuto in ottime condizioni, chiuso nel corpo in muratura con stufa e cucina, ma aperto nel locale in legno che lo circonda sui lati sud e ovest, determinando due ampie sale con tavoli, ben riparate e dotate persino di luci a energia solare, che si accendono con appositi pulsanti e si spengono da sole con un timer. C’è veramente cura in ogni dettaglio, anche un orologio funzionante e il dispositivo Defibrillatore.
Bella e facile escursione anche nei mesi freddi, si sale in un tempo fra l’ora e l’ora e mezza, e si scende in un’ora scarsa. Bellissima anche la veduta verso i monti dell’alta Valle Scrivia e la catena dell’Antola, che si presenta in dirittura col monte Maggio. Buon cammino!