Maria Grazia Ciani “La morte di Penelope” Ed. Marsilio
Maria Grazia Ciani,studiosa di valore, curatrice della versione in prosa di Iliade e Odissea, presenta in questo testo, una rivisitazione della figura di Penelope, vista con gli occhi delle donne di oggi, svincolata dagli stereotipi virtuosi attraverso i quali è giunta fino a noi. Stereotipi che, per quanto vogliamo contestualizzare, pesano ancora sulla condizione femminile. Più o meno apertamente ci sono ancora troppe sollecitazioni sociali che vorrebbero fare di noi delle penelopi, devote al maschio avventuroso, pazienti, caste nonostante la solitudine. Con sensibilità tutta femminile, e con la sua competenza di studiosa, che non forza il personaggio, Maria Grazia Ciani cerca di entrare in quelli che potrebbero essere stati i pensieri di una donna, lasciata sola ancor molto giovane, e tale rimasta per lunghi anni, ad affrontare difficoltà di governo della proprietà domestica ordinariamente di competenza maschile (quando vien bene allora…); per non parlare dell’assedio sessuale e di potere esercitato non da un uomo solo, ma da un gruppo, un branco diremmo oggi. Una donna desiderata più che per sé stessa per ciò che possiede, beni materiali e un ruolo di prestigio dei quali impadronirsi. Ai pensieri di Penelope fanno da controcanto quelli degli altri personaggi che stanno sulla “petrosa Itaca”.
Dalla presentazione: “Penelope paziente. Penelope, astuta quanto Ulisse, tesse di giorno e disfa la tela di notte. Penelope assediata dai Proci. Penelope fedele. Penelope sposa e madre. Penelope che difende il trono di Itaca. Penelope regina. Di Penelope donna, tuttavia, nessuno ha mai saputo niente che non fosse legato al mito persistente nei secoli della sua fedeltà coniugale. Eppure, quando Ulisse parte, Penelope non ha nemmeno vent’anni e, tra i principi che la assillano con le loro pretese, qualcuno avrà avuto modi, gesti e un volto tale da turbare la giovane regina… E Ulisse, rientrato a Itaca, avrà davvero creduto alla castità di Penelope, la cui difesa è stata affidata per vent’anni solo a una tela sottile? In questa situazione ambigua e mai rivelata o chiarita si muove l’immaginario di Maria Grazia Ciani che ricostruisce un’inedita Morte di Penelope.