Piccole storie in bianco e nero
Ognuno di noi ha un cassetto, una vecchia scatola piena di foto in bianco e nero di persone, forse parenti, di cui oramai si è persa memoria. Guardarle una ad una, cercare di ricostruire un ricordo, risalire ad un nome, ad un’epoca, sembra un’impresa dovuta, un piccolo riconoscimento ad una vita compiuta. Anche la rete è diventata un immenso vecchio ripostiglio di volti a cui tuttavia è possibile restituire una memoria grazie alle tracce che vengono conservate negli archivi e nelle infinite interazioni che ora sono possibili. Questa rubrica è il frutto del tentativo di riportare alla luce queste memorie
Patrizia Brugnoli
Annie Caroline Pontifex Toorop
conosciuta come Charley Toorop
(1891 – 1955)
Una delle più belle fotografie di Eva Besnyo, di cui abbiamo parlato la scorsa settimana, raffigura la mano di Charley Toorop mentre è intenta a dipingere: è una foto particolare perché inquadra la pittrice sullo sfondo e la mano in primo piano come se a scattare la foto fosse stata la stessa tela. Charley avrebbe ricambiato la cortesia dipingendo il ritratto di Eva Besnyo nel “gruppo di amici”, uno dei suoi quadri più famosi.
E’ un quadro, questo, che non si può smettere di guardare e, una volta visto, non si può dimenticare. Tutti gli amici ritratti guardano frontalmente lo spettatore. Lo sguardo è interlocutorio ma deciso, come fossero ognuno sul punto di dire qualcosa. E’ un po’ l’effetto che fanno tutti i ritratti di Charley Toorop, che rende il suo stile forte e affascinante e lo fa accostare al realismo magico.
Charley è stata una figlia d’arte. Suo padre era Jan Toorop che forse alcuni ricorderanno per essere stato uno dei più grandi pittori simbolisti europei. La madre era una donna molto presente nella vita della figlia che la obbligò a viaggiare al suo seguito, a farsi battezzare e a studiare musica. Sebbene Charley fosse un vero talento musicale, decise di interrompere la formazione fortemente voluta dalla madre per dedicarsi alla pittura sotto la guida del padre. Ma il grande ispiratore della sua arte fu Vincent van Gogh: dei suoi quadri colse i colori forti e netti, i contorni decisi che declinò secondo il suo stile personale. Rimase comunque sempre legata al padre e ai suoi insegnamenti, sentimento che riversò in uno dei suoi ultimi quadri, Tre generazioni. Nell’opera, insieme a lei e al figlio Edgar, anch’egli pittore, è dipinta la statua del padre [di John Raedecker. N.d.R], quasi un simulacro a rappresentare l’anima comune della loro arte.
Fu una donna politicamente impegnata nella lotta contro il nazismo, ma anche una persona convinta del valore delle donne e delle classi lavoratrici. L’immagine che più rappresenta queste convinzioni è “Working class woman”, un quadro particolare, in cui la governante è ritratta con lo sfondo preso da una foto di Eva Besnyo sulla distruzione di Rotterdam.
Dopo una serie di ictus che la invalidarono progressivamente, Charley Toorop morì nel 1955.
Le sue opere si trovano prevalentemente in Olanda presso il museo Boijmans van Beuningen di Rotterdam e Kroller-Muller di Otterlo.
Il ritratto “Working class woman” si trova allo Stedelijk Museum di Amsterdam.
Legami e associazioni: Charley fu amica d’infanzia di Piet Mondrian che continuò a frequentare negli anni. Eva Besnyo non fu solo sua amica, ma per un periodo fu anche sua nuora, avendo sposato il figlio John Fernhout, famoso regista
RIFERIMENTI
https://www.anart4life.com/charley-toorop-created-powerful-portraits/
https://www.boijmans.nl/en/collection/artists/17665/charley-toorop