Arturo Perez-Reverte “Due uomini buoni” Ed. Rizzoli
Questo libro ha per me due grandi pregi: è scritto da un autore che amo Arturo Perez Reverte, ed è ambientato in un’epoca storica che mi è altrettanto cara: l’Età dei Lumi. E’ un libro colto e intelligente, scritto con amore, ma anche dalla trama avventurosa e intrigante e per questo si fa amare dal lettore.
Gli “uomini buoni” del titolo sono l’ammiraglio in pensione Pedro Zarate e don Hermógenes Molina, traduttore di Virgilio e Tacito; la prestigiosa Real Academia Española – di cui sono membri colti e di mentalità aperta – dà loro l’incarico di recarsi in Francia per acquistare, clandestinamente, la ponderosa “Encyclopédie”, in 28 volumi, di Diderot e d’Alembert, che la Chiesa ha messo all’indice nel paese d’origine e in Spagna, dove i lumi della ragione, al finire del secolo XVIII, non sono ancora penetrati.
Ha così inizio un viaggio avventuroso e difficile, pieno di pericoli di ogni sorta, dalla impraticabilità delle strade fangose agli assalti dei banditi. A Parigi, la città dei caffè e dei salotti intellettuali, ma anche della vita misera e degradata delle banlieues, le cose non sono più tranquille; si sta propagando, minaccioso, il fuoco delle idee libertine, da lì a poco accenderà la miccia della Rivoluzione, che spazzerà con violenza governi e troni in nome della giustizia e della libertà.
Gli eventi storici e quelli d’invenzione, sapientemente dosati, danno vita ad un romanzo appassionante e riflessivo, un’esaltazione dei valori dell’amicizia e della cultura.