Vincent Hunink “Felice è questo luogo” Ed. Apeiron Editori
L’eruzione del Vesuvio che sommerse Pompei ed Ercolano nella notte fra il 24 e 25 agosto dell’anno 79 d.C. non ci ha lasciato soltanto preziose testimonianze storiche e artistiche, ma anche interessanti tracce della vita quotidiana sui muri: i graffiti. Rappresentati in gran quantità da scritte e disegni, molti dei quali osceni, sono stati raccolti ed esaminati da studiosi di varie discipline: linguistiche, storiche, antropologiche. Nel libro sono raccolti 1000 graffiti pompeiani, la decima parte di quelli ritrovati. Raccoglierli e classificarli ha comportato un notevole lavoro da parte di studiosi diversi, non ultimi i filologi, poiché le scritte, non di rado sgrammaticate, hanno permesso di capire come si esprimeva il popolo incolto. I messaggi murali sono di vario genere: saluti, apprezzamenti diversi, annunci, auguri ad un amico, maledizioni, dichiarazioni amorose ecc., e quelli osceni sono in gran quantità, compiaciuti o offensivi. Queste scritte, volgari, nei due sensi del termine, ci danno un’idea molto più viva e autentica di ciò che doveva essere la vita di una città romana di quanto possano fare un vaso o un affresco, sia pure di grande valore artistico. La lettura è davvero interessante e divertente e, vantaggio non da poco, si può fare nei ritagli di tempo, a saltabecco, anzi direi che per un lettore non specialista, che non si pone cino di studio, questo è il modo giusto per apprezzare il testo.