Giulio Guidorizzi “In viaggio con gli dei” Ed.Raffaello Cortina
Nostos è parola greca che significa ritorno. Reale, simbolico, multiforme, il nostos, categoria dello spirito, aspirazione per lo più inappagata, è la cifra che contrassegna la condizione umana e la vita, in tutte le sue fasi e per tutta la sua durata. Intrinsecamente legato al rimpianto il nostos diventa nostalgia, male sottile o straziante, che ci fa desiderare il ritorno ad una patria perduta, ad un luogo dove siamo stati felici, all’infanzia o alla giovinezza, ad un tempo innocente, ad un’era di prosperità, ad un amore mai dimenticato, ad una persona scomparsa per sempre. Quando le vie del nostos sono impraticabili nella realtà, ci incamminiamo per quelle dell’arte, letteratura e poesia in particolare; ma ancor prima l’umanità, in ogni epoca e ad ogni latitudine, in ogni tipo di civiltà, per i suoi nostoi ha creato i miti. Il mito, con i suoi innumerevoli racconti è la via, o meglio le vie, che l’intelletto umano ha percorso per appagare e placare i propri interrogativi, le proprie passioni, i propri desideri e le proprie nostalgie, i diversi mali del ritorno. Il nostos è il padre della cultura, così come la morte – che spinge gli umani a lasciare traccia permanente di sé negli scritti, nelle immagini, nei suoni- ne è la madre. Il nostos, o meglio la nostalgia più struggente, che si possa provare è quella per l’origine; cerchiamo una via che ci conduca, come gli antichi esploratori, alle sorgenti del Nilo, alle scaturigini della nostra stessa essenza, come individui e come appartenenti al genere umano. Questo libro è una di quelle vie, capace di condurci in un luogo reale e allo stesso tempo simbolico, la Grecia, “ Questa terra fatta di isole, scogliere, montagne, boschi, fiumi sul cui greto abitano ninfe e sorgenti, piane di ulivi e platani: questa terra [che] ha persino un dio Pan, per impersonare lo straniamento sospeso, il disorientamento felice che ti fa perdere la strada, e persino perdere te stesso, per sentirti parte di qualcosa di più grande…”: Ma è anche “… un salto nel blu del mare e nel sole abbacinante […], alla ricerca dei suoi dèi, degli eroi, dei miti e, anche, un po’ di noi: di quel che siamo stati e, talvolta, vorremmo di nuovo essere. Alla ricerca di quel che gli antichi sapevano bene essere l’unica vera forma di eternità concessa ai mortali: quella del racconto e della memoria.”
Riporto l’indice per dare un’idea del contenuto.
- Creta: l’isola che danza
- Pilo e Bassae: terre di vecchi re e di fratelli rivali
- Olimpia: la vita come sfida
- Liceo: il monte dei lupi
- Epidauro: la città dei sogni
- Micene: la rocca degli eroi
- Corinto: cavalli e sorgenti
- Delfi: conosci te stesso
- Dodona e Efira: lì dove le querce e i morti sussurrano
- Tempe e Verghina: la casa delle ninfe e dei re
- Atene: la nave di pietra
- Il faro del Sounion
Credo che sia chiaro che questo è un libro prezioso, di rara bellezza: per il contenuto, dovuto a due studiosi appassionati, per il linguaggio piano ed elegante, in perfetta armonia con il tema trattato, e, non ultimo, per le belle immagini che corredano il volume.