Jung Chang “L’imperatrice Cixi” Ed. Longanesi
Un’avvincente biografia, rigorosamente fondata su fonti storiche; molto dettagliata, poco romanzesca, totalmente aliena da effetti spettacolari e da facile esotismo. Lettura impegnativa per mole e contenuto, che tuttavia ripaga ampiamente dell’attenzione richiesta.
Dal momento in cui lo sguardo dell’imperatore Xianfeng si posa su di lei, nel marzo del 1852, il suo destino è segnato: sedicenne, entra nella Città Proibita come semplice concubina, una fra le tante, ma la sua intelligenza e la sua determinazione la condurranno, con il titolo di Imperatrice Vedova Cixi, fino al trono del Celeste Impero, sul quale resterà assisa per quarant’anni.
Governerà con energia e lungimiranza, attuando coraggiose riforme di modernizzazione, scuotendo l’immobilismo millenario del suo Paese. A lei si devono l’introduzione del telegrafo e della ferrovia; la costruzione di una flotta efficiente; una riforma legislativa che aboliva pratiche arcaiche, fra cui la fasciatura dei piedi per le donne; l’istituzione di scuole e università all’avanguardia. Tutto ciò in un contesto di grande difficoltà: rivolte (Taiping, Boxer); guerre dell’oppio; minacce russe e giapponesi; congiure personali. Una grande figura di donna e di governante misconosciuta, dal grande pubblico, ma anche dalla storiografia occidentale.