Le grandi Famiglie Genovesi furono artefici del mutamento del paesaggio storico di pegli da cui ancora oggi i pegliesi possono trarre benefici

di Antonio Marani

Si è soliti, parlando di Pegli e della sua storia, chiamare in causa per una consueta associazione di idee, i nomi altisonanti di quasi tutte le famiglie patrizie genovesi che hanno avuto nei secoli un ruolo nel rendere Superba la città di Genova. Ma se si vuole andare un po’ oltre quelli che sono, indubbiamente, i grandi meriti acquisiti dalla nobiltà genovese, da un punto di vista economico-politico, ci troviamo di fronte anche ad altre eloquenti ragioni che ci aiutano a capire profondamente il ricordo e la riconoscenza dei pegliesi verso quei casati.

Una prima frettolosa considerazione consiste nel fatto che le grandi dinastie genovesi avevano all’unisono eletto il territorio di Pegli quale sede ideale per le loro seconde, a volle molteplici, dimore extra moenia. E, se poi ci soffermiamo sull’ampiezza degli interventi e sulla loro qualità, ci accorgiamo che tali famiglie, mosse da una sorta di sana emulazione e comprensibilmente sospinte dal nuovo vento del Rinascimento che spirava da Firenze e dintorni già nelle ultime fasi del Medioevo, divengono a loro volta protagoniste degli sconvolgimenti culturali del tempo attratte, dalla riscoperta dei valori umanistici e del rapporto con la natura ed il territorio.

“È l’epoca in cui si inizia a usare il termine paesaggio, e a sviluppare una riflessione consapevole su di esso, se ne può dunque parlare propriamente, mentre nel Medioevo vigeva una relazione differente con il territorio”
( Riccardo Rao “ I paesaggi dell’Italia Medioevale” Caroccì Editore 2015).

Prima di entrare su questo tema specifico è opportuno dare uno sguardo retrospettivo a volo di uccello sul territorio di Pegli per vedere, seppure sommariamente, come si presentava nei secoli fino al tardo Medioevo. Si evidenziano subito diversi elementi storici che sin da allora ne segnano fortemente l’identità con le sue prime antiche chiese, a cominciare da quella fondata nel XII secolo dai benedettini con annesso convento e dedicata ai SS Martino e Benedetto. Nelle immediate vicinanze troviamo anche l’oratorio omonimo che risale al XIII secolo.

Paesaggio storico Pegli
Oratorio SS Martino e Benedetto/Interno-foto Sandro Dambrosio

Sulle colline del ponente si trovava la chiesa campestre intitolata a S.Marziano in Laviosa (notizie dal 1213) che rimase attiva sino al 1400. Successivamente fu trasformata in casa contadina. La sottostante cappella estiva dedicata a S.Antonio Abate risalirebbe al 1478.

Sulla collina di Monte Oliveto a Multedo si ergeva la chiesa dedicata aì SS Nazario e Celso dal 1210 e poco più in basso l’Oratorio omonimo. Tutte questi edifici oggi sì presentano a noi diversamente strutturate grazie alle trasformazioni subite nei secoli successivi.

Gli insediamenti abitativi invece erano principalmente situati sul litorale nella zona denominata Reirusse, nel borgo detto Purtigéu e nella zona dell’odierno quartiere che ricorda con la sua toponomastica l’impresa di Tabarca. Altre casette abitate dalle famiglie contadine, che lavoravano la Piana Pallavicini, si snodavano lungo la creuza Bumburatto che portava a S. Martino.

Il clima, temperato dal mare e dalla cortina montuosa e boschiva che riparava, e ripara ancora, dai venti del nord, era un invito straordinario a fermarsi a Pegli per godere gli ozi del riposo in ogni stagione.

La famiglia degli Spinola fu tra le prime ad insediarsi occupando un’intera collina tra Pegli e Prà, innalzando nel 1400 un castello fortificato a difesa dalle invasioni saracene. Il passaggio, per successione, ad altra famiglia ci ha lasciato il nome Cambiaso legato alla Torre.

Paesaggio storico Pegli
Torre Cambiaso-foto Sandro Dambrosio

Procedendo verso levante troviamo una delle Ville dei Lomellini ( oggi denominata Banfi ) sorta nel 1700 con annesso parco.

Altro elemento significativo che si incastrò nel panorama di allora fu quello del grande Palazzo Lomellini (sec. XVI e ora Hotel Mediterranèe) con annesso parco e svettante Torre

Sempre ai Lomellini risale la Villa Rosa, con parco, costruita nel 1600 nella zona allora detta del Fossato (oggi Viale Modugno).

Al XVII secolo risale anche il Palazzo detto “ del Papa“ residenza di villeggiatura della famiglia Della Chiesa di cui faceva parte Giacomo, divenuto Papa Benedetto XV.

Paesaggio storico Pegli
Casa del Papa-foto di Sandro Dambrosio

Nel cuore di Pegli si attestò invece la famiglia di Adamo Centurione, verso la prima metà del 1500, con la splendida dimora, ora adibita a sede del Civico Museo Navale. La Villa con l’annessa Torre, nei tempi successivi, per imparenta mento con i Doria, assunse questa ultima denominazione: Villa Centurione Doria, o più semplicemente Villa Doria. Nel grande Parco intorno alla metà del 1500 lavorò il grande architetto Galeazzo Alessi realizzando lo splendido laghetto che porta il suo nome. Nel 1585 i Doria la collegarono al mare con un viale alberato che conduceva al Palazzo ala Marin.

A levante troviamo l’altra grande Villa Lomellini (oggi Rostan Reggio) risalente al 1500 che era dotata di un grande parco oggi occupato dagli impianti sportivi costruiti negli anni sessanta del secolo scorso. Tale Villa, per merito di Agostino Lomellini, divenne un salotto culturale noto in tutta Europa.

Più tardo di tre secoli ed ultimo (a dire il vero nel 1885 l’ing. Luigi Rovelli erige a Multedo la sontuosa Villa Parco Chiesa-Pignone-Ansaldo da tempo ormai distrutta) fu l’intervento paesaggistico che venne realizzato da Ignazio Alessandro Pallavicini, designato quale nipote come unico erede da Clelia Durazzo vedova di Giuseppe Grimaldi che era proprietario dell’intera collina divenuta a metà del sec. XIX, sotto la regia dell’architetto e scenografo Michele Canzio, Il grandioso complesso, straordinario per il valore artistico, monumentale e naturalistico, di Villa Durazzo Pallavicini. Nei suoi sette ettari di parco contiene anche l’Orto Botanico già avviato nel 1794 dalla grande botanica Clelia Durazzo.

Paesaggio storico di Pegli
Parco Villa Durazzo Pallavicini/Laghetto e pagoda cinese-foto Sandro Dambrosio

Tuttii questi insediamenti, che si realizzarono a Pegli dal XV al XIX secolo, hanno contribuito a modellare il territorio, secondo canoni estetici e lungimirante attenzione verso l’ambiente e la natura, disegnando un paesaggio inedito che consentì alla città di vivere una sorta di Belle Epoque dalla metà del XIX sec. Alla prima metà del XX sec. attirando le attenzioni di grandi artisti e di esponenti della cultura provenienti da ogni parte del mondo.

Quel paesaggio è stato ed è tuttora la caratteristica nota identitaria della città.

Questa è la forte ragione per cui Pegli resta così legata alle nobili famiglie genovesi: esse furono artefici del mutamento del paesaggio storico da cui ancora oggi i pegliesi possono trarre benefici, anche se molte zone del territorio sono state offuscate (sperando sia compreso l’eufemismo) dai grandi insediamenti residenziali e, soprattutto a Multedo, anche da quelli industriali a terra e a mare

(La foto di copertina è di Antonello Rivano-laghetto di Villa Durazzo Pallavicini)

Antonio Marani


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