IN PUNTA DI PENNA-RUBRICA SETTIMANALE A CURA DI ANTONELLO RIVANO

Libera Nos Domine


Bandiere bruciate, altre negate, parole d’odio. Cortei ideologicamente e fisicamente separati, mentre si sarebbe dovuto celebrare un momento di unità nazionale. Quella unità che è sempre rimasta solo nelle intenzioni di taluni e su fragili fogli di carta.

Nel giorno di celebrazioni della Liberazione ci siamo resi conto di quanto siamo lontani gli uni dagli altri, di quanto le vera Liberazione, quelle delle “menti”, quella che ci dovrebbe emancipare dalla schiavitù dei pregiudizi, preconcetti e opposti schieramenti, sia lontana, forse più che mai utopistica, irraggiungibile.

Ci ritroviamo sempre più contrapposti e sempre meno capaci di lottare insieme, ogni giorno più gli uni contro gli altri. Immemori anche di quelle lotte che altri hanno fatto per quella libertà di cui noi ora godiamo… e probabilmente abusiamo. Oggi abbiamo cantato Bella Ciao, la canzone che ci ricorda dì quando eravamo noi che stavamo lottando contro l’invasore.

Ora invece siamo incapaci di ampliare il nostro sguardo su altre guerre, su altre situazioni, in cui quella Libertà, che noi diamo per scontata, è ancora una chimera, un sogno, una bandiera macchiata di sangue, così come lo è stato il nostro Tricolore.

Ora che anche il 25 aprile è trascorso e che ci siamo beati di quella sacra parola, ce ne siamo inebriati, ci siamo immersi ognuno nella convinzione di libertà, mentre siamo sempre più schiavi delle nostre menti, cosa ci resta?


Cosi come ci insegna il Leopardi il “dì di festa” è passato, saranno rimesse nei loro ripostigli le bandiere, le storie della Resistenza torneranno nei cassetti della memoria, le corone di alloro seccheranno e i fiori sulle lapidi appassiranno. Forse l’unica cosa che rimarrà è la convinzione di essere dalla parte giusta della barricata, qualsiasi essa sia.

Resteranno le ceneri delle bandiere bruciate dagli imbecilli e di quelle distrutte dal fuoco nemico. Tutte ceneri disperse nel vento della crudeltà umana. E allora non ci resta che la preghiera laica di Guccini: Libera Nos Domine


Da tutti gli imbecilli d’ogni razza e colore
Dai sacri sanfedisti e da quel loro odore
Dai pazzi giacobini e dal loro bruciore
Da visionari e martiri dell’odio e del terrore
Da chi ti paradisa dicendo è per amore
Dai manichei che ti urlano: “O con noi o traditore”
Libera, libera, libera, libera nos Domine
(Francesco Guccini-Libera Nos Domine)

In Punta di Penna, perché la nostra non è e non sarà mai una informazione urlata. Perché questa rubrica vuole essere come un venticello leggero, un PONENTINO, che vi sfiora appena e rinfresca il vostro senso critico. Senza la pretesa di dare risposte ma con lo scopo di fare riflettere e porre domande

Antonello Rivano – Caporedattore il PONENTINO
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